Dalle pallotte “cacio e ova” all’agnello arrosto con le rape “strascinate”, il menù simbolico di Terranostra-Campagna Amica celebra la cucina rurale abruzzese in vista degli eventi del prossimo anno
L’AQUILA – Dalle pallotte “cacio e ova” all’agnello arrosto con le rape “strascinate”, passando per gli arrosticini e la chitarrina allo zafferano: il “Menu Contadino 2026” ideato dai cuochi di Terranostra-Campagna Amica racchiude il meglio della tradizione enogastronomica abruzzese. Ingredienti genuini, ricette secolari e un’identità culinaria profondamente radicata, capace di unire le quattro province in un viaggio sensoriale tra montagne, colline e mare. Un tributo alla cucina rurale pensato come simbolo identitario in vista del 2026, anno in cui L’Aquila sarà Capitale italiana della Cultura.
L’occasione per presentare il menù è stata la festività di San Giovanni Gualberto, patrono dei Forestali d’Italia e fondatore dell’ordine monastico benedettino vallombrosano, celebrata nell’antica abbazia di Vallombrosa, in provincia di Firenze. All’evento hanno preso parte, tra gli altri, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il comandante generale dei Carabinieri Salvatore Luongo e il vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, in rappresentanza della regione che quest’anno ha offerto l’olio destinato ad alimentare per dodici mesi la lampada votiva nella cappella di San Giovanni Gualberto.
Presenti anche la presidente della Camera di Commercio del Gran Sasso Antonella Ballone, il presidente regionale di Coldiretti Pietropaolo Martinelli e il direttore Marino Pilati, insieme alla presidente di Terranostra-Campagna Amica, Emanuela Ripani.
«Il menù che abbiamo scelto per L’Aquila Capitale della Cultura 2026 offre una vasta scelta di piatti caratteristici preparati con ingredienti freschi e di qualità – ha spiegato Emanuela Ripani – un modo per celebrare la cultura culinaria rurale e le prelibatezze regionali, ma anche per offrire un viaggio simbolico attraverso le eccellenze delle quattro province, dalle antiche ricette dell’Abruzzo interno alle prelibatezze della tradizione costiera».
Un progetto pensato per essere replicato dai ristoratori abruzzesi: «Questo menù sarà d’ispirazione per tutti i ristoratori che potranno proporre o rivisitare le medesime ricette presso le proprie attività – ha commentato Marino Pilati – La scelta dei piatti non è stata assolutamente facile. Abbiamo inserito varianti pensate, capaci di raccontare la varietà di una regione e delle sue province. Si va oltre la provincia aquilana, per raccontare un Abruzzo ricco, interessante e sconosciuto, e invitiamo i ristoratori a scegliere il nostro menù e i produttori certificati da Campagna Amica, sinonimo di filiera corta e di genuinità».
Accanto al menù “simbolico”, proposto come biglietto da visita per L’Aquila 2026, i cuochi contadini hanno presentato un’offerta più ampia che racconta la ricchezza gastronomica regionale: quattro primi piatti, due secondi, sette dolci, due liquori e una selezione di taglieri con salumi e formaggi tipici, tutti abbinati a oli monovarietali e vini autoctoni. Un racconto corale del gusto abruzzese, pronto a conquistare i palati di tutta Italia.