Chieti, sgombero imminente per madre con figlia disabile: “Non chiediamo privilegi, solo tempo e rispetto”

12 Luglio 2025
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L’appello di Autismo Abruzzo per una donna con due figlie minori, una con grave disabilità: “Rinviare lo sfratto per garantire continuità terapeutica e una transizione graduale”

CHIETI – Potrebbe avvenire nei prossimi giorni lo sgombero con la forza pubblica di una madre con due figlie minori, una delle quali affetta da grave disabilità, dalla casa in cui vive con le bambine e la madre anziana. La vicenda si svolge in un comune della provincia di Chieti e a darne notizia è l’associazione Autismo Abruzzo APS, che ha deciso di lanciare un appello pubblico alle istituzioni per fermare quella che definisce «una forzatura insostenibile per una famiglia fragile».

La signora Roberta, questo il nome della madre, non si oppone alla restituzione dell’immobile, ma chiede semplicemente un rinvio dell’esecuzione dello sfratto. La sua richiesta è chiara: avere il tempo necessario per trovare una nuova abitazione e preparare gradualmente la figlia autistica al trasferimento, senza interrompere le terapie domiciliari che riceve quattro volte a settimana da operatori della Asl accreditati.

«Non è una battaglia contro la legalità – scrive in una nota Dario Verzulli, presidente dell’associazione – ma per una giustizia vera, che tenga conto delle fragilità e dei diritti fondamentali delle persone più vulnerabili. Roberta non cerca privilegi. Chiede solo tempo, comprensione e rispetto».

A sostegno della famiglia, Verzulli ha inviato una PEC al presidente del Consiglio, al ministro per le Disabilità, al prefetto di Chieti e al presidente della Regione Abruzzo, chiedendo «un gesto di responsabilità e buon senso» da parte dell’Autorità giudiziaria: la sospensione dello sgombero almeno fino all’udienza già fissata per il 29 luglio, o fino all’individuazione di una sistemazione abitativa adeguata.

Tra le richieste avanzate anche il coinvolgimento urgente dei servizi sociali e sanitari, affinché venga garantita la continuità terapeutica e il benessere psicologico della giovane con disabilità, in linea con quanto previsto dalla Costituzione e dalle normative vigenti in materia di tutela delle persone fragili.

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