Vino: intesa tra la Bio Cantina Orsogna, Parco nazionale e 5 Comuni per salvare i vitigni antichi della Maiella

8 Luglio 2025
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Firmato l’accordo tra Bio Cantina Sociale Orsogna, Parco Nazionale della Maiella e cinque comuni della provincia di Chieti. Obiettivo: valorizzare rare varietà locali come “Ghiuppitte de Mundeneire”, “Middialonghe” e “Uva Dellacea”. Zulli: “Un sapere contadino che va protetto”

CHIETI – Da viti centenarie, coltivate dove l’agricoltura intensiva non è mai arrivata, nasce un patto che guarda al futuro della biodiversità rurale abruzzese. Nella sede della Banca del germoplasma a Lama dei Peligni, è stata presentata una nuova intesa tra la Bio Cantina Sociale Orsogna, il Parco Nazionale della Maiella e i comuni di Lama dei Peligni, Civitella Messer Raimondo, Altino, Montenerodomo e Taranta Peligna.

Al centro dell’accordo, la valorizzazione e l’ampliamento della coltivazione di rari vitigni autoctoni come il “Ghiuppitte de Mundeneire”, il “Middialonghe” e l’“Uva Dellacea”, da tempo custoditi nei paesaggi agrari della Maiella orientale, dove la viticoltura è ancora una pratica storica e identitaria.

“Con queste nuove convenzioni prosegue un importante lavoro volto alla conservazione della biodiversità, di cui le montagne sono le vere casseforti” – ha dichiarato Camillo Zulli, enologo e direttore della Bio Cantina di Orsogna – “Intorno a questi vitigni c’è anche un sapere, una civiltà contadina, una modalità di coltivazione che rappresentano un patrimonio dell’umanità da tutelare”.

Tra le novità illustrate, anche una specifica convenzione che coinvolge Taranta Peligna e Lama dei Peligni per l’invecchiamento dei vini all’interno della suggestiva Grotta del Cavallone, lungo la Valle di Taranta. Il sito, elevato a luogo letterario da Gabriele D’Annunzio nella sua tragedia “La figlia di Iorio”, sarà trasformato in un ambiente di affinamento naturale, dando ulteriore risalto al connubio tra paesaggio e viticoltura.

“Compiamo oggi un passo avanti per riportare l’agricoltura di qualità e di nicchia nel territorio dell’area protetta” – ha commentato Luciano Di Martino, direttore del Parco Nazionale della Maiella – “Riscoprendo varietà autoctone, recuperando terreni incolti e contrastando lo spopolamento. Il nostro compito è preservare le attività agrosilvopastorali compatibili con la tutela ambientale”.

L’iniziativa si inserisce nel progetto “Pe’ nin perde la sumente”, avviato dalla Bio Cantina Sociale Orsogna con il sostegno della Banca del Germoplasma per promuovere la conservazione della biodiversità naturale, agricola e culturale.

Con 300 soci e 1.500 ettari di vigneto, la cantina è leader in Italia nel settore biologico e biodinamico, e rappresenta oggi un modello virtuoso per la rigenerazione delle zone interne, molte delle quali ricadono nella Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI).

All’evento hanno preso parte anche Tiziana di Renzo, vicepresidente del Parco e sindaca di Lama dei Peligni, i sindaci Angelo Piccoli (Montenerodomo), Danilo D’Orazio (Civitella Messer Raimondo), Vincenzo Muratelli (Altino), Francesco Piccone (Taranta Peligna), e l’etnobotanico Aurelio Manzi, a testimonianza della sinergia istituzionale e scientifica alla base del progetto.

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