Alcuni detenuti hanno forzato un cancello armati di bastoni e punteruoli, ma l’intervento degli agenti, con rinforzi da altri istituti, ha riportato la calma. Il sindacato Sinappe elogia l’operato del personale e lancia l’allarme sulle criticità strutturali e gestionali dell’istituto
PESCARA – Un tentativo di rivolta è stato sventato nel carcere di San Donato a Pescara grazie all’intervento tempestivo e coordinato della Polizia Penitenziaria. A riferirlo è il segretario provinciale del Sinappe (Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria), Giuseppe Di Domizio, che in una nota ha ricostruito quanto avvenuto nel pomeriggio di domenica 6 luglio all’interno della seconda sezione giudiziaria dell’istituto.
Secondo quanto riportato, alcuni detenuti di origine magrebina avrebbero dato il via a una violenta protesta, riuscendo a forzare un cancello di sbarramento e a raggiungere il piano terra, armati di bastoni e punteruoli artigianali. Il pretesto della sommossa, spiega Di Domizio, sarebbe stato un presunto ritardo nella consegna delle sigarette, nonostante – aggiunge – nessuno dei detenuti coinvolti avesse formalizzato una richiesta di acquisto.
L’intervento del personale in servizio, supportato da rinforzi provenienti dagli istituti penitenziari di Sulmona, Lanciano, Campobasso e dallo stesso carcere pescarese, ha permesso di ristabilire l’ordine in tempi rapidi. L’azione è stata condotta in assetto antisommossa e nel rispetto dei protocolli operativi. Al termine dell’operazione, sette detenuti considerati responsabili dei disordini e di presunti atti di estorsione verso altri reclusi sono stati trasferiti in altre strutture.
Il Sinappe ha espresso apprezzamento per la professionalità degli agenti in servizio che, supportati dai rinforzi da Sulmona, Lanciano e Campobasso, hanno condotto l’operazione in “assetto antisommossa”, riuscendo a ripristinare gli equilibri senza causare conseguenze più gravi. Sette detenuti, ritenuti non solo responsabili dei disordini, ma anche di atti di estorsione nei confronti di altri reclusi, sono stati immediatamente trasferiti in altri istituti.
Resta tuttavia alta la preoccupazione per le condizioni della casa circondariale pescarese. L’istituto ospita attualmente circa 400 detenuti, nonostante una delle sezioni risulti ancora inagibile a seguito dei disordini verificatisi nel mese di febbraio. «È auspicabile un intervento urgente da parte dell’Amministrazione Penitenziaria – conclude la nota del Sinappe – per garantire condizioni di sicurezza e dignità lavorativa al personale e ai detenuti».