All’Aquila l’addizionale Irpef più bassa d’Abruzzo: risparmio medio fino a 80 euro rispetto agli altri capoluoghi

7 Luglio 2025
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L’Aquila è la città con la tassazione Irpef più leggera tra i capoluoghi abruzzesi: secondo uno studio della Uil, gli aquilani risparmiano tra i 40 e gli 80 euro l’anno rispetto ai cittadini di Pescara, Chieti e Teramo. Un vantaggio determinato da un’addizionale comunale più contenuta, che attenua l’impatto della pressione fiscale

L’AQUILA – I cittadini dell’Aquila pagano meno tasse sul reddito rispetto ai residenti degli altri capoluoghi abruzzesi. A certificarlo è uno studio della Uil, che mette a confronto le addizionali Irpef comunali applicate nei quattro capoluoghi di provincia. L’Aquila si conferma la città meno “esosa”, con un’imposta che si traduce in un risparmio annuo medio tra i 40 e gli 80 euro a seconda del reddito.

Secondo i dati diffusi, un contribuente aquilano con un reddito annuo di 20mila euro paga complessivamente 454 euro di addizionali, di cui 334 euro per l’addizionale regionale – uguale su tutto il territorio abruzzese – e 120 euro per quella comunale. A Pescara, Chieti e Teramo, la stessa persona arriva a versare 494 euro: 334 di quota regionale e 160 comunale. Ancora più marcata la differenza per i redditi da 40mila euro: all’Aquila l’imposizione totale è pari a 1.052 euro (812 regionali e 240 comunali), mentre negli altri tre capoluoghi si sale a 1.132 euro (con una quota comunale di 320 euro).

La differenza si gioca tutta sull’addizionale comunale, che nel capoluogo regionale è fissata su livelli inferiori rispetto a quelli delle altre città. Una scelta politica che, secondo i sindacati, offre un piccolo ma significativo sollievo ai bilanci familiari, soprattutto in un contesto di inflazione e rincari che continua a pesare sul potere d’acquisto dei contribuenti.

Il dato è ancora più rilevante se inserito nel quadro più ampio della pressione fiscale in Abruzzo, che pur avendo un’imposta non tra le peggiori, risulta comunque sopra la media nazionale. La Regione, peraltro, ha aumentato nei mesi scorsi l’aliquota – solo per i redditi più elevati – per far fronte agli squilibri del sistema sanitario. In questo contesto, l’addizionale comunale diventa un elemento discriminante nell’equilibrio complessivo del prelievo fiscale.

Da qui il “primato” dell’Aquila, che riesce a mantenere la tassazione locale su livelli più contenuti. Una strategia che, se da un lato rappresenta un vantaggio concreto per i cittadini, dall’altro impone una gestione oculata delle risorse pubbliche per garantire comunque l’efficienza dei servizi essenziali.

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