I giovani del corso “Solarolo III” si sono schierati davanti ad altrettanti “Veci”, gli alpini veterani, che al rullo dei tamburi hanno adagiato sulla loro testa il cappello, suggellando ufficialmente l’ingresso nel glorioso corpo di montagna dell’Esercito italiano
L’AQUILA – Centotrenta giovani militari hanno ricevuto, in una Piazza Duomo gremita e avvolta da una forte carica emotiva, il cappello con la penna nera, simbolo intramontabile del Corpo degli Alpini. Un momento solenne, al termine di un percorso formativo durato undici settimane al Centro Addestramento Alpino di Aosta, culminato nel cuore dell’Abruzzo con una cerimonia densa di significati storici e spirituali.
Alla cerimonia erano presenti il Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Carmine Masiello, e il presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, Sebastiano Favero, insieme a decine di familiari e amici giunti da ogni parte d’Italia per assistere al rito di passaggio.
I giovani del corso “Solarolo III” – intitolato all’omonima battaglia della Grande Guerra in cui il battaglione “Aosta” meritò la medaglia d’oro al valore militare – si sono schierati davanti ad altrettanti “Veci”, gli alpini veterani, che al rullo dei tamburi hanno adagiato sulla loro testa il cappello, suggellando ufficialmente l’ingresso nel glorioso corpo di montagna dell’Esercito italiano.
La cerimonia all’Aquila ha rappresentato non solo l’ultimo passo del loro addestramento, ma anche un omaggio all’Abruzzo e al suo legame profondo con le truppe alpine. Nei giorni scorsi, i militari hanno infatti affrontato prove simboliche e impegnative come l’ascensione zaino in spalla sul Gran Sasso, a quota 2.912 metri, e la marcia di 21 chilometri verso il santuario di San Gabriele, ripercorrendo il cammino che gli alpini abruzzesi compivano prima di partire per il fronte delle guerre mondiali.
Toccante anche la visita al Comune di Fossa, piccolo borgo ricostruito nel post-terremoto del 2009 grazie al lavoro e alla solidarietà degli alpini in congedo: un passaggio che ha rinnovato il legame tra esercito, territorio e comunità locali.
Con il conferimento del cappello, si chiude per i giovani alpini un intenso periodo di addestramento fisico e morale, fatto di marce, corsi di sci e alpinismo, esercitazioni tattiche in alta quota, e si apre un nuovo cammino sotto l’insegna della penna nera, tra le più rispettate e amate della tradizione militare italiana.