Stellantis Atessa, scontro tra Regione e Fiom: “Lo stabilimento non chiude”, “Io riporto solo i fatti”

3 Luglio 2025
2 minuti di lettura

Botta e risposta tra l’assessore regionale Tiziana Magnacca e il segretario Fiom-Cgil di Chieti Alfredo Fegatelli dopo le dichiarazioni di Imparato (Stellantis) sulla possibile chiusura di stabilimenti italiani. Al centro del dibattito, il futuro dell’ex Sevel e il ruolo delle istituzioni

ATESSA – Il futuro dello stabilimento Stellantis di Atessa infiamma il dibattito politico e sindacale abruzzese. Dopo le dichiarazioni di Jean-Philippe Imparato, responsabile Europa del gruppo automobilistico, che ha evocato la possibilità di chiusure se non cambieranno le condizioni su costi energetici e normative sull’elettrico, è scontro aperto tra la Regione Abruzzo e la Fiom-Cgil di Chieti.

L’assessore regionale alle Attività produttive e Lavoro, Tiziana Magnacca, ha definito “gravissime” le parole del segretario Fiom Alfredo Fegatelli, accusandolo di aver “paventato la chiusura dello stabilimento di Atessa”.

“Lo stabilimento di Atessa non chiude: ha ed avrà le sue difficoltà, ma solo un cieco non vede che è l’unica produzione di veicoli commerciali in Italia e la più grande in Europa” – ha dichiarato Magnacca – “In questo senso vanno tutte le interlocuzioni che Regione Abruzzo ha avuto e sta avendo con Stellantis”.

L’assessora ha rivendicato il lavoro svolto dalla Regione: tre tavoli regionali in meno di un anno, partecipazione ai tavoli nazionali con il MIMIT e con Stellantis, e un ruolo attivo nella difesa dell’automotive abruzzese.

“Più impegno e meno polemiche in un periodo in cui necessita grande maturità e serietà anche nel dibattito pubblico” – ha aggiunto – “Siamo impegnati a tentare di mettere rimedio in Europa a scelte scellerate, appoggiate senza colpo ferire da chi oggi teorizza la chiusura degli stabilimenti”.

La replica di Fegatelli: “Io non creo panico, cito Imparato”

Non si è fatta attendere la risposta del segretario Fiom, che ha respinto al mittente le accuse.

“Io creo panico? No, solo citazioni. E comunque la bomba l’ha sganciata Imparato, non un sindacalista bolscevico” – ha scritto Fegatelli – “Mi sono limitato a riportare fedelmente le parole del responsabile Europa di Stellantis: ‘Ogni punto che non faccio mi costa 50 milioni. Il rischio massimo che ho è di 2 miliardi e mezzo fra 2-3 anni. Questo lo pago una volta, la seconda volta chiudo Atessa’”.

Il sindacalista ha sottolineato di non aver mai dichiarato che l’ex Sevel fosse destinata alla chiusura, ma di aver riportato una dichiarazione pubblica che, secondo lui, “bussa alla porta della realtà industriale”.

“Se oggi qualcuno si scandalizza perché ho riportato una dichiarazione, forse non dovrebbe prendersela con me, ma con chi quella frase l’ha pronunciata” – ha aggiunto – “A meno che non si tratti, inconsapevolmente, di una forma di sudditanza psicologica”.

Fegatelli ha poi chiesto pubblicamente le scuse dell’assessora, accusandola di avergli attribuito una frase mai pronunciata.

“La differenza tra un sindacalista e un politico? È semplice: per il primo, le parole hanno un significato; per il secondo possono diventare un’interpretazione”.

La polemica tra Regione e Fiom arriva in un momento delicato per il settore automotive, con il sito di Atessa al centro di un piano di esodo incentivato e una riduzione progressiva dell’occupazione. La richiesta del sindacato è chiara: convocazione urgente del tavolo regionale sull’automotive, blocco delle uscite e coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi.

Nel frattempo, la Regione ribadisce il proprio impegno e la centralità dello stabilimento nella strategia industriale abruzzese. Ma il confronto resta acceso, e il futuro dell’ex Sevel continua a essere osservato con apprensione da lavoratori, famiglie e imprese dell’indotto.

Altro da

Non perdere