Chieti, bufera sulla riorganizzazione del 118: Paolucci: “Tagli barbari ai servizi salva vita”

3 Luglio 2025
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Il capogruppo PD all’attacco: “Una strategia pericolosa, che isola i territori e mette a rischio il diritto alla salute”

CHIETI – In Abruzzo esplode la protesta contro la riorganizzazione del servizio di emergenza-urgenza 118 prevista dalla Asl 2. A guidare la mobilitazione politica è il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Silvio Paolucci, ex assessore alla Sanità, che denuncia “una barbarie istituzionale” e annuncia il deposito di una risoluzione urgente per impegnare l’intero Consiglio a “prendersi le proprie responsabilità” su quella che definisce una “decisione scellerata”.

Il cuore del problema è la nuova configurazione delle postazioni medicalizzate nei distretti del Sangro Aventino e dell’Alto Vastese, già bocciata all’unanimità dal Comitato ristretto dei sindaci. Secondo la proposta della Asl, infatti, saranno attive solo due ambulanze con medico a bordo: una a Castiglione Messer Marino nelle 12 ore diurne e una a Gissi nelle 12 notturne. L’altra unità verrebbe condivisa tra Atessa e Casoli, anch’essa con rotazione giorno/notte. Un’organizzazione che, per Paolucci, “lascia scoperte intere aree interne e costringe i cittadini del Sangro Aventino, di notte, a rivolgersi a Lanciano per la presenza di un medico”.

“È una strategia che riporta l’Abruzzo indietro di oltre dieci anni – attacca il consigliere dem – e che produce ricadute gravissime per tutto il territorio provinciale. A farne le spese sono in particolare i Comuni di Casoli, Lama dei Peligni, Torricella Peligna e Villa Santa Maria, ma anche Francavilla al Mare, importante centro turistico, resta priva di medico a bordo. A Guardiagrele un solo mezzo dovrà coprire anche Ortona, riducendo drasticamente la capacità di intervento in situazioni tempo-dipendenti”.

Nel Vastese, la situazione non è migliore: anche qui si prevede il taglio dei medici sulle ambulanze a San Salvo, Gissi e Castiglione Messer Marino, nonostante si tratti — sottolinea Paolucci — di territori “vasti, fragili, con difficoltà di accesso e una forte carenza di personale sanitario”.
Paolucci rifiuta le motivazioni legate alla carenza di medici: “È inaccettabile giustificare con questa scusa una distribuzione dei servizi tanto squilibrata. Occorre dire chiaramente perché oggi si smantella una rete che, nel 2014, grazie al lavoro della giunta di centrosinistra, era stata potenziata da 11 a 16 postazioni tutte con medico a bordo e con punti di Pronto soccorso efficienti”.

L’attacco si allarga alla gestione sanitaria dell’attuale governo regionale, guidato da Marco Marsilio (Fratelli d’Italia), accusato di aver prodotto “deficit strutturale” e “tagli barbari” che costringono sempre più cittadini “alla fuga fuori regione o alla rinuncia alle cure”.


Il prossimo 10 luglio, la questione sarà di nuovo al centro del confronto tra istituzioni, con una riunione già fissata e una risoluzione pronta per essere discussa in Aula. Paolucci chiede che il Consiglio regionale si esprima formalmente per:

chiarire le dotazioni attuali di personale e mezzi nell’area Chieti-Lanciano-Vasto;

spiegare perché non sia stata elaborata una pianificazione strutturale;

definire come garantire equità di accesso alle cure nelle aree montane e a bassa densità abitativa;

e soprattutto, capire se verranno riviste le decisioni della Asl, come richiesto dai sindaci.

“Il diritto alla salute non può dipendere dalla geografia”, conclude il capogruppo dem. “Una configurazione diversa è possibile, come dimostrato nella consiliatura precedente. Ma per realizzarla, serve una volontà politica chiara, non solo parole. Il tempo dei tagli alla cieca deve finire”.

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