Ortona, condotta antisindacale e molestie: condannata la società di vigilanza Aquila Spa

27 Giugno 2025
1 minuto di lettura

Accolta la denuncia della Filcams Cgil dopo una riunione sfociata in aggressioni fisiche e allusioni sessiste

ORTONA – Una sentenza destinata a fare giurisprudenza e a far discutere quella pronunciata dal giudice del lavoro del Tribunale di Chieti, Laura Ciarcia, che ha condannato la società di vigilanza Aquila Spa di Ortona per condotta antisindacale. Il provvedimento, reso noto dalla Cgil, nasce da una denuncia presentata dalla Filcams Cgil di Chieti in seguito a gravi episodi avvenuti lo scorso 23 aprile nella sede aziendale ortonese, durante una riunione sindacale.

Secondo quanto riportato dal sindacato, nel corso dell’incontro un sindacalista sarebbe stato aggredito fisicamente, mentre una dirigente avrebbe subito allusioni sessiste. A questi fatti si aggiungono presunti tentativi da parte dell’azienda di ostacolare l’attività sindacale. Un clima giudicato dal sindacato come intimidatorio e ostile nei confronti dei lavoratori iscritti alla Cgil.

«Mai avremmo pensato che durante un incontro sindacale un nostro rappresentante sarebbe stato aggredito e una dirigente insultata con frasi sessiste», ha dichiarato Franco Spina, segretario generale della Cgil di Chieti. «Accogliamo con favore questa sentenza, che rappresenta un primo passo verso il ripristino della legalità e del rispetto dei diritti nei luoghi di lavoro».

Particolarmente rilevante uno dei passaggi della sentenza: il giudice ha ordinato a Tommaso Di Nardo, responsabile delle relazioni industriali della società ed ex amministratore dell’azienda di famiglia, di frequentare un corso di rieducazione sulla gestione della violenza fisica e verbale. Di Nardo è anche padre di Angelo Di Nardo, da poco eletto sindaco di Ortona.

Ma la vicenda non si chiude qui. Secondo quanto riferito da Francesco Marrelli, segretario generale della Cgil dell’Aquila, proprio in concomitanza con la decisione giudiziaria, l’azienda avrebbe licenziato il delegato sindacale coinvolto nei fatti, oltre ad altri lavoratori iscritti alla Cgil. «Non ci fermeremo finché tutti non verranno reintegrati – ha detto Marrelli – e stiamo valutando anche segnalazioni alle stazioni appaltanti. Il giudice ha riconosciuto la gravità dei comportamenti aziendali e ha disposto anche un ingente risarcimento danni».

«È una sentenza che segna un punto fermo – ha concluso Daniela Primiterra, segretaria generale della Filcams Cgil di Chieti –. Abbiamo denunciato aggressioni, umiliazioni sessiste e tentativi di silenziare chi difende i diritti dei lavoratori. Oggi la giustizia ci ha dato ragione. È tempo che certe pratiche, indegne di un Paese democratico, vengano definitivamente archiviate».

Altro da

Non perdere