Abruzzo al voto: affluenza sopra la media nazionale, sei Comuni scelgono il nuovo sindaco

25 Maggio 2025
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Alle ore 19 ha votato il 38, 76% degli aventi diritto nelle 68 sezioni abruzzesi. Solo Ortona e Sulmona sopra il 15mila abitanti

ORTONA – Si vota con ordine e senza scosse in Abruzzo, dove l’affluenza resta sopra la media nazionale e i cittadini sanno di poter esprimere la propria preferenza fino alle 15 di domani, lunedì 26 maggio. Sono sei i Comuni chiamati a rinnovare le proprie amministrazioni, per un totale di circa 50mila elettori distribuiti su 68 sezioni. Tra questi, solo due superano i 15mila abitanti – Sulmona e Ortona – e dunque potrebbero finire al ballottaggio l’8 e 9 giugno se nessun candidato dovesse superare il 50% dei voti già al primo turno.

Alle 7 di domani riapriranno i seggi, destinati a chiudere alle 15: seguiranno subito le operazioni di scrutinio. Le elezioni riguardano Sulmona, Carsoli, Bisegna, Ortona, Bussi sul Tirino e Castilenti. In tutti i casi si tratta di elezioni anticipate rispetto alla scadenza naturale: i Comuni sono stati commissariati, in alcuni casi per la caduta delle precedenti amministrazioni, in altri – come Bussi sul Tirino – per il decesso del sindaco in carica.

Alle 19 di oggi l’Abruzzo aveva registrato un’affluenza del 38,76%, in calo rispetto alla precedente tornata (41,17%) ma comunque superiore al dato nazionale fermo al 33,48%. A Ortona, città di punta in questa tornata, aveva votato il 38,39% degli elettori, contro il 41,27% della volta scorsa, quando però si votava solo di domenica. Peggio è andata a Sulmona, dove si è fermata al 35,70%, in netto calo rispetto al 39,26% delle elezioni precedenti.

Nei piccoli centri l’affluenza si conferma tradizionalmente più alta. Nel Teramano, l’unico comune al voto è Castilenti, con un’affluenza del 47,07%. Nel Pescarese, a Bussi sul Tirino si è raggiunto addirittura il 50,19%. Nell’Aquilano, dove si vota a Bisegna, Carsoli e Sulmona, i dati sono più eterogenei: rispettivamente 38,07%, 47,49% e, come detto, 35,70%.

Per le comunali, gli elettori possono votare un candidato sindaco e una lista, esprimendo fino a due preferenze, a patto che siano di genere diverso. Nei Comuni sopra i 15mila abitanti è possibile anche il voto disgiunto – ovvero votare un candidato sindaco e una lista non collegata – mentre nei centri più piccoli questa opzione non è consentita.

Nei Comuni con meno di 5mila abitanti, si può indicare una sola preferenza per il candidato consigliere. Nei centri più grandi, invece, le preferenze salgono a due ma devono rispettare la parità di genere: un uomo e una donna. In caso contrario, la seconda preferenza verrà annullata.

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