All’incontro stamattina hanno partecipato il capitano Emanuele Schifani, figlio di un agente di scorta morto nell’attentato a Falcone e Fioravante Palestini, detto “Gabriellino”, collaboratore di giustizia
PESCARA – Una mattinata densa di emozioni e dedicata alla memoria ha animato il parco dell’Infanzia di via Tavo, dove oggi si è tenuto l’incontro pubblico sul tema “Giovani e Legalità”, organizzato in occasione del 33° anniversario della strage di Capaci. L’evento, che si inserisce fra quelli nel programma della rassegna “Capaci di” – organizzata dall’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Pescara e dalla Onlus “Prossimità alle Istituzioni” presieduta da Domenico Trozzi –, ha coinvolto scuole, istituzioni e associazioni chiamati a raccogliere un’eredità importante.
Ospite d’onore, il capitano della Guardia di Finanza Emanuele Schifani, figlio di Vito Schifani, uno degli agenti di scorta di Giovanni Falcone ucciso nell’attentato mafioso del 1992. Al suo fianco, il prefetto di Pescara Flavio Ferdani e il sindaco Carlo Masci, nel parco del quartiere Villa del Fuoco, in cui operano 16 associazioni di volontariato ogni giorno. «Non sono qui per raccontare la mia storia, ma per accendere una coscienza civile – ha dichiarato il capitano Schifani ai tanti studenti presenti –. Una piccola fiammella che poi magari diventi un grande incendio. I giovani devono imparare a dire no alle scelte troppo facili, a prendersi il proprio spazio, a diventare esempio». All’epoca dei fatti, in quel 1992, il capitano Schifani aveva pochi mesi, e solo crescendo, racconta, ha potuto comprendere come entrare nelle forze dell’ordine e fare l’esperienza di agente di scorta, seguendo le orme di suo padre, poteva davvero diventare la sua missione: «Il passato non posso che caricarmelo sulle spalle e renderlo il mio futuro», ha aggiunto.
Dopo quella del capitano Schifani, i giovani hanno potuto ascoltare anche la testimonianza di un collaboratore di giustizia. Si tratta di Fioravante Palestini, detto “Gabriellino”, 79 anni, originario di Giulianova, che da protagonista di famosi “caroselli” è rimasto coinvolto in un’operazione di grossa portata di traffico di droga, per cui fu arrestato al Canale di Suez nel 1993. Rimase in carcere 20 anni, in Egitto, dove conobbe il giudice Falcone, la cui umanità lo colpì in particolar modo. «L’incontro con il giudice Falcone, durante l’interrogatorio, mi ha cambiato – ha spiegato Palestini –. Una persona fantastica e tutt’ora ho i brividi a ricordarlo. Sono felice che mi abbiano arrestato perché ho capito che avrei fatto del male a tante persone e dopo aver conosciuto Falcone quei 20 anni in carcere sono passati velocemente. Quando sono uscito dal carcere e sono tornato a Giulianova ho ripreso una vita all’insegna della legalità».
«La legalità è consapevolezza sociale, coraggio, impegno, etica. Tutti dobbiamo costruire una società migliore. Falcone diceva: non dobbiamo fare gli eroi, ma il nostro dovere ogni giorno», ha ricordato il prefetto Ferdani, chiamando i giovani alla collaborazione con le istituzioni. «Se non creiamo un’alleanza con voi, per creare una società migliore basata su questi valori, avremo ancora queste situazioni», ha concluso il prefetto.
«Qui, dove prima c’era degrado e criminalità, oggi sorge un parco vivo, un quartiere che cambia – ha aggiunto il sindaco Masci –. Abbiamo trasformato il “Ferro di Cavallo” in edilizia pubblica per famiglie oneste, e questo parco oggi è un simbolo di rinascita». Masci ha ricordato il ruolo cruciale delle associazioni di volontariato e della scuola come presidio sociale, ringraziando «chi ogni giorno prende per mano i ragazzi e li accompagna verso un percorso di legalità, serietà e correttezza. Questo è il testimone che vogliamo lasciare alle nuove generazioni».