Il presidente del Consiglio comunale di Spoltore, Lucio Matricciani, convinto che la fusione porterà più disagi che benefici, invita a riflettere prima di agire
SPOLTORE – Il processo di fusione tra i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore continua a far discutere e alimentare perplessità. A prendere una posizione netta è il presidente del Consiglio comunale di Spoltore, Lucio Matricciani, che in una lettera aperta solleva forti dubbi sull’efficacia del progetto della Nuova Pescara. Matricciani non usa mezzi termini e spiega che tale processo «sta sempre più confermando l’inadeguatezza di questo progetto. Invito tutti i protagonisti della nostra scena politica a una seria riflessione sull’opportunità di continuare; e li esorto a ragionare su forme alternative in grado di proseguire questa unione nella direzione dell’area metropolitana, come ho già più volte chiesto».
Secondo Matricciani, i primi segnali di criticità sono già evidenti, in quanto «gli uffici delle funzioni accorpate – afferma – lavorano male, con grande difficoltà, senza un’ottica unitaria. Gli unici risultati ottenuti finora sono i disagi». Questo, secondo il presidente del Consiglio comunale, è il preludio di un «vero disastro» che potrebbe innescarsi già il prossimo anno quando i vari settori accorpati finora – urbanistica, lavori pubblici, contabilità, personale, servizi sociali, igiene urbana – dovranno iniziare a lavorare insieme e che ricadrà sui cittadini delle tre città se non interviene «un serio e reale coordinamento della normativa regionale».
Matricciani non risparmia critiche nemmeno al percorso che ha portato all’approvazione del progetto, a partire dal referendum del 2014, definendolo «un quesito fuorviante e ingannevole, privo di quorum, accorpato ad altre tre ben più importanti consultazioni, senza che ci fosse la possibilità di spiegare ai cittadini le vere conseguenze del voto e far comprendere la direzione dove avrebbe portato l’esito referendario». La denuncia del presidente si sposta anche sugli aspetti politici, scagionando Spoltore e Montesilvano dal ruolo di detrattori della fusione negli ultimi anni e addebitando i rallentamenti del processo a «giochi di partito e personalismi tenuti a discapito dei veri interessi dei cittadini, condannati a pagarli con serie conseguenze. Propongo a queste persone di sedersi assieme in un tavolo per valutare il reale impatto che porterà questo processo di fusione, che io chiamo annessione».
«L’aspetto più malinconico a cui dovremo assistere è la cancellazione della memoria collettiva di Montesilvano e Spoltore», osserva ancora Matricciani, mentre al contrario resterà «il ricordo dei disagi, dei disservizi e delle spese inutili». Parole forti, quelle di Matricciani, che riaprono il dibattito su una fusione mai pienamente condivisa e che, a suo dire, rischia di trasformarsi in un boomerang amministrativo e culturale. La proposta lanciata al mondo politico è chiara: fermarsi a riflettere, prima che sia troppo tardi.