La questione legata alla presunta scheda ballerina aveva portato a gennaio dello scorso anno all’annullamento delle elezioni comunali del 2023 da parte del Consiglio di Stato
ATRI – La Procura della Repubblica di Teramo ha chiesto l’archiviazione del procedimento relativo alla presunta “scheda ballerina” che aveva portato, nel gennaio 2024, all’annullamento delle elezioni comunali di Atri del 2023 da parte del Consiglio di Stato. A comunicarlo è il sindaco Piergiorgio Ferretti, che sottolinea come la decisione arrivi dopo mesi di indagini, intercettazioni, dichiarazioni testimoniali e una perizia grafologica.
«Le indagini, puntuali e meticolose – afferma Ferretti – hanno prodotto un esito univoco: quella famigerata scheda, indicata come ballerina, non danzava». Il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso del candidato di centrosinistra Alfonso Prosperi, sconfitto per 11 voti, riscontrando irregolarità in alcuni seggi. A quel punto la Procura aveva aperto un’inchiesta, affidata ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Teramo.
Al centro della vicenda, secondo quanto riferisce il sindaco, ci sono le dichiarazioni della segretaria di un seggio, che inizialmente disse di aver visto un’elettrice con due schede in mano, salvo poi ritrattare. «Peccato – commenta Ferretti – che su quella prima dichiarazione sia stato costruito il ricorso in appello e che il Consiglio di Stato abbia fondato, per buona parte, la decisione che ha determinato il commissariamento».
Ferretti definisce la nuova tornata elettorale del giugno 2024, a soli sette mesi dalla precedente, «un tristissimo momento per la nostra città». Ricorda che all’epoca si parlò di scheda ballerina come presunto strumento di controllo del voto utilizzato dal centrodestra, ma sottolinea che «dal materiale elettorale esaminato non è emersa alcuna volontà di orientare il voto popolare verso l’uno o l’altro candidato ed ogni congettura in tal senso si è rivelata il nulla assoluto».
Infine, il sindaco evidenzia le ricadute della vicenda: «Quanto accaduto ha esposto la città a una gogna mediatica senza precedenti e ha costretto i cittadini atriani a farsi carico delle spese di una nuova tornata elettorale, a solo un anno di distanza dalla precedente».