Nel nuovo rapporto economico, presentato dal professor Pino Mauro, il quadro di una città in forte espansione: Pescara vince la sfida sul lavoro e sul turismo. Il prossimo passo è costruire un settore terziario avanzato e stabile
PESCARA – La città di Pescara registra una delle performance economiche più dinamiche dell’Abruzzo, questo è il quadro emerso dal report presentato questa mattina dal professor Pino Mauro. Il rapporto parte dal contesto di forte incertezza geopolitica ed economica degli ultimi anni – segnato da conflitti internazionali, rallentamento della crescita globale e instabilità commerciale –, in cui l’Abruzzo ha mostrato segnali di particolare vitalità economica. Secondo le stime di ISTAT, Eurostat e SVIMEZ, tra il 2022 e il 2023, la regione ha registrato il tasso di crescita del PIL più elevato a livello nazionale, in controtendenza rispetto ad altre aree italiane e al quadro generale. In particolare, Pescara si distingue infatti per un reddito pro capite pari a 17.219 euro nel 2023, nettamente superiore rispetto a quello medio regionale (14.362 euro) e anche rispetto ad altre città abruzzesi come Teramo (16.687 euro) e Chieti (16.256 euro).
Secondo il rapporto 2024 sull’economia locale, particolarmente interessante è il dato sull’occupazione, che è cresciuto del 3,4% rispetto al 2023 (63,2%), un punteggio ben superiore alla media nazionale (+1,5%) e regionale (+1,1%), mentre si arresta al 7,1% il tasso disoccupazione. «Pescara mantiene un forte dinamismo e offre prospettive interessanti», ha osservato il professor Pino Mauro, analizzando i dati emersi dal rapporto. «Ma la sfida – ha aggiunto – è passare da un settore dei servizi basato su occupazione precaria a un vero terziario avanzato, capace di generare posti di lavoro stabili e qualificati».
Tra i settori più trainanti c’è il turismo, che ha visto raddoppiare le presenze: da 272.000 nel 2019 a 536.000 nel 2024. «I numeri non ingannano – ha commentato il sindaco di Pescara Carlo Masci – siamo più che raddoppiati, soprattutto con l’arrivo di turisti stranieri. Pescara sta diventando una città ospitale, di livello internazionale». A spingere il settore sono state anche le strutture extra-alberghiere, che hanno aumentato i posti letto di circa 500 unità, «Siamo passati da 33.000 a 272.000 presenze in cinque anni in queste strutture: un salto enorme che racconta una trasformazione profonda», ha aggiunto il primo cittadino, evidenziando anche il miglioramento dell’aeroporto.
Confrontando i dati con le altre province, il quadro regionale vede un’Abruzzo diviso in due anime economiche: da un lato Teramo e Chieti, con una vocazione manifatturiera; dall’altro Pescara e L’Aquila, più orientate ai servizi. «Il 75% degli occupati a Pescara lavora nei servizi, ma dobbiamo puntare a servizi ad alto valore aggiunto, che possano anche fare da supporto al nostro sistema manifatturiero», ha sottolineato il professor Mauro. Intanto, Pescara guarda avanti. È in fase di progettazione il potenziamento del porto per ospitare navi da crociera, grazie a un intervento coordinato tra Autorità portuale e Regione. «Oggi Pescara può sostenere questi investimenti – ha concluso il sindaco – perché sta diventando sempre più una città a vocazione turistica e di servizi, e i numeri lo dimostrano».
Sono stati infine analizzati anche l’aspetto demografico e dell’istruzione. Negli ultimi anni, la città di Pescara ha mostrato una progressiva contrazione demografica, in linea con le tendenze di molte aree urbane italiane di medie dimensioni. I dati dell’ISTAT riportati nella presentazione evidenziano un calo della popolazione residente, frutto sia di dinamiche naturali (riduzione delle nascite e invecchiamento) sia di fenomeni migratori (soprattutto la mobilità giovanile verso altre regioni o l’estero). Tra il 2019 e il 2024 si è passati da 120.463 a 118.461 abitanti (-1,7), con un’età media che si attesta sui 46,5 anni. Per quanto riguarda l’istruzione, Pescara esprime il 26,1% dei laureati, conseguendo un risultato migliore di almeno dieci punti percentuali rispetto all’intera regione, al Mezzogiorno e all’Italia.