L’occasione è stato il convegno “La centralità della diagnostica in sanità” organizzato dal senatore Guido Quintino Liris
ROMA – Il direttore generale Maurizio Di Giosia ieri ha illustrato nella sala Zuccari in Senato i modelli adottati dalla Asl di Teramo a supporto delle aree interne. L’occasione è stato il convegno “La centralità della diagnostica in sanità” organizzato dal senatore Guido Quintino Liris. Tre i progetti qualificanti attuati dalla Asl di Teramo per la medicina di prossimità.
«Uno di questi riguarda la telemedicina, iniziato anni fa come progetto sperimentale e ora messo a regime. Ha un ruolo fondamentale nel permettere un accesso alle cure più ampio ed equo, soprattutto in realtà più difficilmente raggiungibili come le aree interne della provincia di Teramo, riducendo la distanza tra i servizi e il paziente con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e ridurre il ricorso a prestazioni sanitarie inappropriate», ha spiegato il direttore generale.
La Asl di Teramo, dal 2022, ha avviato un progetto di telemedicina aziendale attraverso l’acquisto di una piattaforma dedicata con servizi di televisita, telemonitoraggio e teleassistenza. Ad oggi i servizi interessati sono quelli di Diabetologia, Radioterapia, Oncologia territoriale e Hospice con l’utilizzo di device per il rilevamento dei parametri identificati e l’app specifica per i dispositivi mobili coinvolgendo circa 300 pazienti. Inoltre sono in fase di implementazione attività di teleriabilitazione e di servizi di supporto psicologico a distanza.
Sempre continuando sul filone della diagnostica, spicca la realizzazione, nel distretto di base di Montorio, di una piccola unità di radiologia con diverse apparecchiature diagnostiche: telecomandato per radiologia tradizionale; ecografo multifunzione; mammografo digitale; dentalscan per ortopanoramica. Montorio è il centro di riferimento di un’ampia area interna che abbraccia ampia parte dell’area Gran Sasso-Laga. Sono circa 30mila i residenti di quest’area che potranno far riferimento al centro radiologico, ormai in via di ultimazione.
Un altro progetto sperimentale finanziato con fondi della Missione 5 del Pnrr, che adesso è stato messo a regime, riguarda gli ambulatori mobili. I comuni presenti nella Valle del Vomano, del Tordino e molti di quelli della Val Fino sono a bassa densità abitativa in un vasto territorio caratterizzato oltretutto da una viabilità tipica delle zone di montagna. I tre camper, nell’anno di attività, hanno dato risposte alla domanda sanitaria di base di una popolazione di 11 comuni che conta quasi 13.500 cittadini eseguendo, da febbraio 2024 a febbraio 2025, 9.519 prestazioni in totale.
Le prestazioni offerte sono di diverso genere e vanno da prelievi di sangue e campioni di laboratorio, a medicazioni avanzate, fino a elettrocardiogramma e servizio Cup, solo per citare alcuni esempi. Il servizio di ambulatori mobili, dopo la prima fase sperimentale, è stato confermato vista l’utilità per la popolazione, soprattutto anziana.
«In definitiva, dunque, il binomio costituito dall’impiego della tecnologia e la medicina di prossimità, nelle attese, permetterà di ridurre il divario tra grandi centri urbani e aree interne, migliorando la qualità dei servizi e riducendo liste di attesa, ospedalizzazioni e chiamate d’emergenza. Tutto questo è stato possibile grazie al pieno sostegno dell’assessorato regionale alla Salute e del Dipartimento, determinante per attuare modelli di sanità di prossimità nelle aree interne e quindi strategie- chiave per garantire l’equità nell’accesso ai servizi sanitari e per migliorare la qualità della vita dei cittadini che vivono in queste zone», ha concluso Di Giosia.