Buco sanità, precari Asl L’Aquila: “Catastrofe occupazionale che colpirebbe decine di famiglie, non abbandonateci”

15 Maggio 2025
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Stop alla gara per il servizio di supporto tecnico e amministrativo nella Asl 1 dell’Aquila: 150 lavoratori precari rischiano il posto. Dopo anni di servizio nella sanità pubblica, lanciano un appello alle istituzioni: “Serve una soluzione immediata, non possiamo essere dimenticati”

“Una catastrofe occupazionale che colpirebbe decine di famiglie”. Così i lavoratori precari della Asl dell’Aquila, in una nota, lanciano un accorato appello alle istituzioni dopo lo stop imposto dal direttore del Dipartimento regionale Sanità, Emanuela Grimaldi, alla procedura di aggiudicazione della gara per l’affidamento del servizio di supporto amministrativo e tecnico, che da domani lascerà a casa 150 dipendenti.

“Dopo anni di impegno costante tra settore amministrativo e tecnico – affermano i lavoratori – oggi ci troviamo davanti a un drammatico bivio: la proroga che avrebbe garantito la continuità lavorativa per altri quattro anni è stata bloccata, a causa dei tagli previsti a livello regionale”.

Una situazione di incertezza e preoccupazione per il futuro denunciata più volte in questi giorni dalle sigle sindacali e dagli stessi lavoratori.

“Questa situazione – dichiarano – ci lascia sgomenti. Il rischio concreto è una catastrofe occupazionale che colpirebbe decine di famiglie e che rappresenterebbe un ulteriore colpo all’economia del territorio aquilano, già fortemente provato. Non possiamo pensare che il futuro di questa terra sia affidato esclusivamente a supermercati, bed & breakfast e locali. La nostra comunità – affermano – ha bisogno di lavoro stabile, servizi pubblici funzionanti e prospettive concrete per i giovani e per chi ha già dato tanto”.

I lavoratori, inoltre, sottolineano l’importanza del loro ruolo all’interno del sistema sanitario: “Siamo lavoratori e lavoratrici che hanno svolto con dedizione e sacrificio i propri compiti, spesso in condizioni difficili, al servizio della salute pubblica. Oggi chiediamo soltanto di poter continuare a farlo, nel rispetto della dignità di ciascuno e della funzione sociale che ogni giorno svolgiamo”.

Pertanto, chiedono alle istituzioni di intervenire prontamente per trovare una soluzione che scongiuri il licenziamento o il taglio delle ore, offrendo continuità e sicurezza a chi ha costruito un’esperienza professionale importante e utile per la collettività. “Non chiediamo privilegi – concludono – chiediamo solo di non essere dimenticati”.
 

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