Con un avanzo di 70 milioni il consiglio comunale di Teramo approva il rendiconto 2024

8 Maggio 2025
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Tanti i punti esposti dall’assessore al bilancio e vice sindaco Stefania Di Padova: in contrattacco l’opposizione che ha portato un’osservazione della Corte dei Conti

TERAMO – Con 18 voti favorevoli, 7 contrari e un astenuto, il consiglio comunale ha approvato il rendiconto 2024. «È l’atto tecnico fondamentale per verificare l’andamento dell’amministrazione», ha spiegato il vicesindaco Stefania Di Padova, sottolineando come il Comune abbia chiuso con un avanzo di 70 milioni di euro. «Nel corso dell’anno sono state effettuate 23 nuove assunzioni, con altre previste nel bilancio 2025. Il Comune, inoltre, copre il 70% delle spese dei servizi a domanda individuale».

Tra i punti discussi anche le variazioni di bilancio avvenute al di fuori del consiglio e della giunta. 25 variazioni che hanno suscitato critiche da parte dell’opposizione, ma definite dall’assessore «segno di attenzione nella gestione delle risorse». Mantenuti gli equilibri trimestrali, l’amministrazione rivendica un’ottima performance anche sul fronte della digitalizzazione e della riscossione tributaria: su 384 avvisi, le correzioni o gli annullamenti sono stati minimi. Spazio anche a cultura e cantieri del PNRR, con 230 milioni di euro disponibili per il territorio e progressi su housing sociale, stazione di posta e assistenza agli immigrati.

L’opposizione ha espresso un giudizio fortemente critico, puntando il dito contro i cantieri “paralizzanti”, la gestione delle partecipate e il fatto che molti fondi provengano da risorse straordinarie come PNRR e Covid, non da iniziative dell’amministrazione. Critiche anche per le variazioni fuori giunta e consiglio, e per la delibera n. 68/2025 della Corte dei Conti sul rendiconto 2023, sollevata in aula dal consigliere di opposizione Franco Fracassa.

Un documento che, pur approvando formalmente il rendiconto e attestando un avanzo di oltre 51 milioni, richiama l’attenzione su alcune criticità: tra queste, la presenza di residui attivi difficilmente esigibili, in particolare tra le entrate extratributarie. La Corte ha formulato al riguardo alcune raccomandazioni, «nessuna prescrizione ma solo indicazioni» come sottolineato dal vicesindaco, che il Comune è chiamato a considerare e riguardanti la riscossione dei crediti, i tempi di pagamento e l’attuazione dei progetti finanziati. «Tutte le variazioni tecniche sono state effettuate nel pieno rispetto della normativa. Nessuna gravità, basti pensare che la Corte non ci ha mai obbligati a riaprire un rendiconto».

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