Sanità, slitta la manovra da 113 milioni: è scontro sulle coperture

5 Maggio 2025
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Il provvedimento non sarà discusso nel Consiglio regionale di domani ma dovrebbe approdare la prossima settimana in Commissione Bilancio. Intanto, non si placano le polemiche: per l’opposizione il provvedimento rappresenta il fallimento di chi governa; per l’assessore Verì è una manovra prudenziale, in attesa del tavolo di luglio che potrebbe liberare risorse accantonate in eccesso

L’AQUILA – La proposta di legge per la copertura del disavanzo del sistema sanitario abruzzese, licenziata nei giorni scorsi dalla Giunta regionale, non sarà all’ordine del giorno del Consiglio convocato per domani. Si dovrà attendere, con ogni probabilità, la prossima settimana per il primo passaggio del provvedimento in Commissione Bilancio e per il conseguente approdo nella massima assise regionale.

La somma da finanziare ammonta a circa 113 milioni di euro. Di questi, 30 milioni fanno riferimento alle cosiddette poste negative, sulle quali il tavolo di monitoraggio, l’organismo tecnico composto da Ministero delle Finanze e Ministero della Salute, ha chiesto alla Regione Abruzzo approfondimenti nel corso della seduta dell’11 aprile scorso. Nello specifico, restano in discussione 10 milioni relativi a contenziosi ancora aperti, 9 milioni legati a partite contabili non allineate e 11 relativi a fondi del PNRR già assegnati alle Asl ma non ancora impegnati.

Per quanto riguarda le coperture, oltre ai 42,5 milioni di euro che verranno recuperati attraverso l’aumento delle addizionali regionali Irpef, votato in Consiglio il 3 aprile scorso, si prevede di attingere altri 20 milioni dagli accantonamenti sul bilancio di previsione 2025 e 37,5 milioni dalle cosiddette extrafiscalità. La cifra mancante, pari a 13 milioni di euro, arriverà dai tagli lineari alle spese obbligatorie e non obbligatorie che non siano vincolate e che non riguardino funzioni fondamentali, come spese del personale, indebitamento, sociale e quote di cofinanziamento dell’Ente.

Ad alimentare lo scontro al calor bianco che va avanti da giorni è stata proprio la copertura in via precauzionale dell’utilizzo delle eccedenze fiscali, laddove non dovessero verificarsi e richiedessero copertura sul lato delle spese.

“Il disavanzo che abbiamo già definito abissale – denuncia il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci –  oltre alla sanità condizionerà vita e programmazione di comparti già in sofferenza, come: l’agricoltura, il lavoro, i trasporti, le politiche giovanili, la cultura, lo sviluppo economico, i servizi istituzionali probabilmente per spese già fisse.  “Il risultato è un fallimento su larga scala di chi governa l’Abruzzo – prosegue Paolucci – senza avere all’orizzonte il vero risanamento dei conti, né mettere in campo investimenti e miglioramenti delle prestazioni sanitarie, ma è impegnato in una corsa disperata alla copertura del solo disavanzo dell’anno 2024, prima negato e poi via via incrementato fino a 113 milioni, senza che se ne conosca mai una reale quantificazione – sottolinea Paolucci –  , con il rischio di ulteriori nuove tasse e il ritorno del commissariamento visti anche i primi drammatici dati relativi al 2025. I tagli del triennio 2025/2027 ammontano a 38.028.393,97 milioni di euro, a valere sia sulle spese correnti che su quelle in conto capitale e incideranno fortemente su settori indicati”.

A difendere il provvedimento è l’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì che parla di “manovra prudenziale, che comprende anche quelle poste su cui i ministeri hanno chiesto chiarimenti. Nel prossimo tavolo di luglio, durante il quale presenteremo il bilancio consolidato dell’esercizio 2024 e forniremo tutti i chiarimenti richiesti – spiega l’assessore – si arriverà alla quantificazione effettiva del disavanzo e alla conseguente ridefinizione delle coperture, con la liberazione delle risorse oggi accantonate in eccesso”.

L’assessore non nasconde che quello attuale sia un momento difficile per la sanità abruzzese, così come sta accadendo in altre Regioni. Il riferimento polemico è all’indirizzo dell’opposizione, accusata di mettere in discussione la sostenibilità economico-finanziaria della rete ospedaliera approvata dal centrodestra nel 2023.

“Eravamo e siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà che l’articolazione dell’offerta sanitaria da noi voluta sul territorio avrebbe comportato – rimarca Verì – ma allo stesso tempo abbiamo continuato a difendere quell’articolazione e continueremo a farlo, perché i cittadini hanno diritto all’assistenza in qualunque area del territorio vivano. Fa sorridere, dunque, che la minoranza ci attacchi sulla sostenibilità del sistema, ma poi gridi allo scandalo, con comunicati stampa, interrogazioni, risoluzioni, mobilitazioni e ricorsi alla magistratura, se solamente viene ipotizzata la trasformazione di un reparto da unità complessa a unità dipartimentale. E le cronache degli ultimi mesi sono piene di questi episodi. Ci vorrebbe un minimo di coerenza, perché non si può sostenere che il sistema così dimensionato non regga e poi urlare se viene toccata l’organizzazione (non i servizi) di un ospedale magari del proprio bacino elettorale”. 

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