La perizia neuropsichiatrica esclude l’incapacità mentale di uno dei due giovani accusati. Sentenza prevista per il 3 marzo
PESCARA – Il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila ha riconosciuto la capacità di intendere e di volere del giovane accusato di aver sferrato le prime dieci coltellate a Christopher Thomas Luciani, noto come Crox. Di conseguenza, il ragazzo potrà essere processato, perché l’esito della perizia psichiatrica disposta dal tribunale evidenzia che l’imputato è anaffettivo e manipolativo, ma è perfettamente in grado di comprendere la gravità delle sue azioni e il procedimento legale a suo carico.
L’omicidio si è verificato il 23 giugno scorso nel parco Baden Powell di Pescara e sarebbe stato scatenato da un piccolo debito legato alla droga. La dinamica dei fatti, ricostruita dagli investigatori, avrebbe confermato che Crox è stato attirato nel parco con l’inganno dai due imputati, che in seguito lo avrebbero colpito alla schiena, prima con dieci fendenti e poi con altri quindici. I due accusati, coetanei della vittima, si sarebbero poi recati al mare per disfarsi dell’arma del delitto. La Procura ha contestato le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, poiché uno degli imputati avrebbe avuto con sé un coltello – utilizzato per ferire mortalmente la giovane vittima e mai ritrovato – e una pistola, rubata dalla cassaforte del padre carabiniere.
La perizia psichiatrica, firmata dal neuropsichiatra infantile Giovanni Camerini (Università di Bologna) e dal professore di Psicopatologia Forense Stefano Ferracuti (Sapienza di Roma), ha escluso qualsiasi deficit mentale nell’imputato. Secondo gli specialisti, non esiste alcun legame tra il suo stato psicologico e il delitto, poiché il giovane ha dimostrato piena consapevolezza sia del reato commesso sia del contesto processuale.
La discussione della perizia è fissata per l’udienza del 17 febbraio, mentre la sentenza è attesa per il 3 marzo.