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Eutanasie di massa, le accuse si aggravano per i due veterinari della Asl imputati

24 Gennaio 2025
1 minuto di lettura

Gli imputati sono accusati di avere ucciso almeno dieci cuccioli presenti nel canile sanitario tramite eutanasia e non sarebbe un caso isolato

PESCARA – L’inchiesta sulle eutanasie di massa al canile sanitario di Pescara si arricchisce di nuovi sviluppi, con un aggravamento delle accuse per i due veterinari della Asl coinvolti. Il giudice per le udienze preliminari, Francesco Marino, ha ridefinito i capi d’imputazione: l’abuso d’ufficio è diventato concorso di tentata uccisione di un lupo cecoslovacco e attribuendo a entrambi gli imputati l’accusa di eutanasia.

L’avvocato delle associazioni, Michele Penzone, ha sottolineato l’importanza della nuova contestazione: «Siamo soddisfatti di questo risultato. Il pm ha fatto contestazioni ulteriori e quindi siamo di fronte a un capo d’imputazione molto più pesante».

Secondo le accuse, i veterinari avrebbero ucciso almeno dieci cuccioli utilizzando il farmaco Tanax, un potente eutanasico che provoca la morte per arresto cardio-circolatorio tramite iniezione intracardiaca. Tuttavia, il protocollo prevede la somministrazione preventiva di anestesia per evitare sofferenze, una procedura che non sarebbe stata rispettata. Allo stesso modo, secondo alcune testimonianze raccolte dai carabinieri indicano che non si tratterebbe di episodi isolati.

L’indagine ha avuto origine dal caso di un lupo cecoslovacco di nome Lupo, ospitato nel canile nel 2022 a seguito di episodi di aggressività. La richiesta di eutanasia è stata bloccata dall’intervento della Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC) di Pescara, che ha segnalato il caso ai carabinieri, dando il via all’inchiesta.

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