Arriva FentanyLabNet, per test a tappeto sulle sostanze sequestrate dalle forze dell’ordine. Aumentano droghe e violenza tra i giovanissimi
L’AQUILA – Contro fentanyl, l’analgesico oppioide più potente della morfina e più letale dell’eroina, responsabile della peggiore crisi sanitaria sperimentata dagli Usa, il Governo italiano ha messo in campo un piano nazionale di prevenzione. Tra le diverse strategie adottate, c’è anche il cosiddetto “FentanyLabNet”, una rete di 22 laboratori universitari di supporto allo svolgimento degli esami tossicologici sulle sostanze stupefacenti sequestrate dalle forze dell’ordine, comprese le “dosi di strada” sequestrate nelle piazze di spaccio nostrane.
Con uno stanziamento complessivo di 450mila euro, FentanyLabNet nasce dalla sinergia interistituzionale tra il Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio (Dpa) e la Direzione centrale per i servizi antidroga del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno. Come si legge in un documento del 4 luglio del Dipartimento della Pubblica sicurezza e della Direzione centrale per i servizi antidroga, con la cifra a disposizione si dà il via alla procedura di acquisto mediante affidamento diretto ai laboratori universitari selezionati, situati in 12 regioni del Paese. Tra i centri già convenzionati con il Dpa figurano Roma, Napoli, Palermo, Milano, Bologna, Cagliari, Pisa e Macerata, pronti ad analizzare da 180 a 240 reperti, secondo il “piano di ripartizione” previsto dall’intesa.
“La parola d’ordine del Governo è prevenzione – ha dichiarato il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni a marzo scorso – Principio che ispira il nostro piano d’intervento per scongiurare la diffusione del fentanyl sul territorio nazionale e sensibilizzare i cittadini, in particolare le giovani generazioni, sulla pericolosità della sostanza”.
Fentanyl, o “China girl”, come lo chiamano dall’altra parte dell’Atlantico, ha già causato negli Stati Uniti la morte per overdose di oltre 100mila persone, come emerge da un report rilasciato ad aprile 2021 dal Centro Statistico Nazionale per la Sanità (National Centre for Health Statistics) del governo americano.
Sebbene il ricorso al fentanyl nel Bel Paese sia ancora “sotto controllo”, l’aumento complessivo del consumo di droghe tra i giovanissimi e gli episodi di violenza ad esso correlati, fanno salire l’allerta. Meno di un mese fa, l’efferato omicidio del diciassettenne Christopher Thomas Luciani, consumatosi nel centro della città per mano di due sedicenni, probabilmente per un debito di droga, è un agghiacciante monito di quello a cui la nostra società rischia di andare in contro. In Italia, già nel 2022 erano 44mila gli studenti sotto i 20 anni ad aver fatto uso di cocaina, circa il 2% dell’intera popolazione dei ragazzi delle superiori, come rivelato dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2024.
Nello stesso report risulta che le percentuali di adolescenti tra i 15 e i 19 anni che hanno provato delle droghe almeno una volta hanno registrato un aumento compreso tra il 18,7% e il 27,9% rispetto al 2021, in particolare per i cannabinoidi sintetici e le cosiddette “nuove sostanze psicoattive” (NPS), ovvero la miriade di nuove droghe sintetiche facilmente reperibili sul web.
“Il fenomeno analizzato da un punto di vista dei consumi appare in aumento sia nella fascia 18-64 anni sia nella fascia 15-19 anni. In particolare, preoccupante è l’incremento nella fascia giovanile rispetto ai dati riferiti al 2021 (aumento dei consumi dal 18,7% al 27,9%) con un aumento rilevante soprattutto per cannabinoidi sintetici e NPS”, evidenzia il documento.
Poco tempo fa, anche l’Ordine degli psicologi d’Abruzzo si è espresso riguardo l’urgenza di intervenire. In particolare, Enrico Perilli, presidente dell’Ordine degli psicologi e delle psicologhe d’Abruzzo ha evidenziato come, di fronte alla brutalità dell’uccisione di Thomas Luciani, ci sia bisogno di “una necessaria analisi psicosociale per comprendere come sta cambiando la nostra societа e per affrontare la diffusione massiva e senza confini delle sostanze psicotrope, in particolare della cocaina, il cui consumo и ormai universale e prescinde da etа e reddito. I dati richiamano l’attenzione: l’etа del primo consumo di queste sostanze si sta abbassando”.