Famiglia nel bosco, l’Anm: «In atto campagna di delegittimazione della magistratura»

3 Dicembre 2025
2 minuti di lettura
Tre rappresentanti dell’Associazione nazionale magistrati durante la riunione straordinaria all’Aquila convocata in solidarietà alla presidente del Tribunale per i minorenni e alla pm coinvolte nel caso della “famiglia nel bosco”

All’Aquila riunione straordinaria dell’Associazione nazionale magistrati dopo gli insulti e le minacce alle giudici che hanno disposto l’allontanamento dei tre minori della “famiglia nel bosco”

L’AQUILA – Si è svolta questo pomeriggio, al Tribunale dell’Aquila, la riunione straordinaria dell’Associazione nazionale magistrati Abruzzo convocata per esprimere solidarietà alla presidente del Tribunale per i minorenni, Cecilia Angrisano, e alla pm Angela D’Egidio.
Le due magistrate sono state oggetto di insulti e minacce sui social dopo l’ordinanza con cui è stata disposta la sospensione della patria potestà – e il conseguente allontanamento dei tre figli minori – ai genitori della cosiddetta “famiglia nel bosco”.

Presente alla riunione il vicepresidente nazionale dell’Anm, Marcello De Chiara, la presidente distrettuale Virginia Scalera e la stessa Angrisano. L’incontro è stato convocato per ribadire il sostegno dell’associazione ai magistrati coinvolti e stigmatizzare l’escalation di attacchi personali che ha accompagnato il caso.

De Chiara ha espresso sorpresa per le dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che aveva annunciato “nell’immediatezza” una possibile ispezione pur ammettendo di non conoscere il provvedimento. «Ci sorprende – ha affermato – che il ministro Carlo Nordio abbia nell’immediatezza annunciato una possibile ispezione ed abbia al contempo ammesso di non conoscere il contenuto del provvedimento. Ovviamente conosciamo le prerogative del ministro, ma ci piacerebbe una maggiore cautela e che non si perda mai di vista la complessità di questa vicenda».

Il vicepresidente dell’Anm ha rimarcato come il caso abbia scatenato una ridda di polemiche attorno alla decisione del Tribunale per i minorenni. «Questi attacchi strumentali ci preoccupano – ha detto De Chiara – e ci spingono a temere che siano funzionali ad una campagna che sta assumendo, nostro malgrado, dei toni secondo noi inappropriati, perché si sta sempre di più trasformando in una campagna di delegittimazione alla magistratura. Questo è un esempio piuttosto evidente, i magistrati hanno assunto una decisione all’esito di una lunga istruttoria, non dovrebbe questo diventare oggetto di propaganda».

Poi l’affondo sulle reazioni politiche: «Per quello che riguarda Matteo Salvini – ha aggiunto – ritengo che bisognerebbe evitare di alimentare polemiche che a volte sembrano solo strumentali e che soprattutto banalizzano la complessità di una vicenda che è oggettivamente complicata. Ovviamente la critica è legittima, ma va espressa secondo me entro certi limiti precisi, i social devono essere usati con cautela quando si parla di decisioni così complesse, perché il rischio è di compromettere da un lato la serenità e dall’altro dare messaggi fuorvianti».

La presidente Angrisano, intervenendo nel corso della riunione, ha ricostruito l’operato del Tribunale nell’ambito del provvedimento contestato. «Noi abbiamo applicato delle regole giuridiche, contemperate, dopo aver fatto dei tentativi di un bilanciamento tra interessi e diritti sempre volto nell’ottica degli interessi del minore, quindi cercando la collaborazione dei genitori perché loro stessi riescano ad attuare quei diritti. Se questa collaborazione viene, se la disponibilità a migliorare c’è, si cerca di trarre la via che è quella più vicina a quel diritto principale, universale che è quello del bambino alla felicità».

La giudice ha ricordato che sarà «la Corte, in appello, e nei successivi gradi» a valutare l’operato dell’Ufficio. E ha sottolineato il ruolo dei magistrati minorili: «Noi, come tutti i giudici, come tutti i Tribunali, ci occupiamo di diritti. L’occhio con cui noi decidiamo questioni di diritto è quello di quei diritti che a tutti i minori sono garantiti a partire dalla Convenzione dell’Onu del 1989».

La presidente ha infine toccato il tema della gestione mediatica del caso e della circolazione online di informazioni sensibili riguardanti i minori: «Non solo noi giudici siamo stati oggetto di attacchi più o meno sconsiderati. Non è stato mantenuto e garantito nemmeno il diritto alla riservatezza dei minori, che il nostro ordinamento riconosce. Quei bambini sono stati esposti nella loro immagine, nel loro nome, nel loro posto dove vivevano, in tutto quello che la legge prevede non si possa fare con un minorenne».

Altro da

Non perdere