I consiglieri comunali di centrodestra denunciano le criticità nei rendiconti 2022-2024 e accusano la giunta di inerzia: “Cinque anni persi, si naviga a vista”
CHIETI – Si accende lo scontro politico a Palazzo di Città dopo la delibera della Corte dei Conti, che mette in luce una serie di criticità nella gestione finanziaria del Comune. A sollevare il caso sono i consiglieri comunali di centrodestra Carla Di Biase, Giuseppe Giampietro, Roberto Miscia, Mario Colantonio, Liberato Aceto, Fabrizio Di Stefano, Emma Letta, Mario De Lio, Maurizio Costa e Damiano Zappone, che in una nota congiunta parlano di “totale stallo” dell’amministrazione guidata dal sindaco Diego Ferrara e dal vicesindaco De Cesare.
“Le prescrizioni e i richiami della Corte sui rendiconti 2022, 2023 e 2024 – scrivono – certificano che ad oggi l’attuale amministrazione non ha messo in atto le azioni necessarie al miglioramento della gestione dell’Ente. Al contrario, si documentano riscossioni a singhiozzo con crediti che invecchiano”.
Secondo l’opposizione, la giunta avrebbe tentato di giustificare le proprie difficoltà richiamando il fallimento della società in house Teateservizi e le conseguenti complicazioni nel recupero della banca dati. Un’argomentazione che i consiglieri respingono: “La dichiarazione di fallimento non è caduta dal cielo all’improvviso. Il liquidatore della società era stato nominato già nell’aprile 2022 con l’intento di proporre un concordato preventivo, poi naufragato nel febbraio 2024. Cosa è stato fatto in questi due anni per affrontare le criticità? E cosa è stato fatto dopo il fallimento, se lo stesso organo di revisione afferma di non avere notizie della gara per l’affidamento del servizio di riscossione dal gennaio 2023?”.
Il centrodestra parla di una città ferma: “L’impressione – si legge ancora nella nota – è che il Comune oggi sia immobile e che si siano persi cinque preziosi anni”. Tra le altre contestazioni, i consiglieri segnalano la scelta di sostituire l’amministratore unico di Chieti Solidale con un nuovo consiglio di amministrazione, una decisione che – secondo i calcoli dell’opposizione – comporterebbe un aggravio per le casse comunali di circa 70 mila euro l’anno. “Anche in questo caso – accusano – l’amministrazione è rimasta sorda alle doglianze dell’opposizione, continuando a navigare a vista e a pensare ad accontentare parenti e amici pur di restare in piedi”.