Censurare la storia? Patricelli difende la bandiera del Terzo Reich al museo di Orsogna

30 Giugno 2025
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Lo storico contro la mozione dell’opposizione: “Rappresenta l’oppressione nazista: toglierlo significa falsare la memoria”

ORSOGNA – È un caso che intreccia storia, memoria e ideologia quello esploso nel piccolo comune abruzzese di Orsogna, dove una mozione del gruppo di opposizione consiliare ha chiesto la rimozione della bandiera del Terzo Reich esposta nel locale museo storico. Una richiesta che ha scatenato la dura reazione dello storico Marco Patricelli, tra i più autorevoli esperti italiani dell’Europa del Novecento e della Seconda guerra mondiale.

“Non so se è più il caso di sorridere per un’iniziativa politica fuori dal tempo e dalla ragione, oppure esprimere sconcerto sulla richiesta censoria, che è comunque ridicola – espressione della moda del cancel culture – di rimuovere la bandiera del Terzo Reich da un museo di storia”, ha dichiarato Patricelli all’ANSA, bollando come ideologica e storicamente miope la proposta avanzata dal gruppo consiliare.

Il vessillo nazista, presente nel museo di Orsogna dedicato ai drammatici eventi bellici del 1943, è secondo lo storico “un simbolo inequivocabile di dittatura, oppressione e occupazione”, e proprio per questo insostituibile nel contesto di un allestimento che vuole raccontare con rigore la verità dei fatti. “Togliere ciò che esprime esattamente e immediatamente il concetto e la storicizzazione dei fatti – osserva Patricelli – significa svuotare di senso il racconto storico stesso”.

Orsogna fu teatro di una delle più dure e sanguinose battaglie combattute sul fronte italiano durante la Seconda guerra mondiale. La presenza nel museo di simboli dell’epoca, come la bandiera del Terzo Reich, rientra nella logica della documentazione e della ricostruzione storica, non certo in una celebrazione o esaltazione.

“Non deve farlo un museo, che per sua missione deve rispettare la verità storica – ammonisce lo studioso – e non può farlo la politica, per una distorta percezione del passato e del presente”. Secondo Patricelli, è pericoloso piegare la memoria ai venti del momento: “In tanta raffazzonata retorica non si comprendono né la logica né la motivazione della proposta”, rincara.

Lo storico ricorda anche come, nel 2003, Orsogna avesse commemorato con solennità e partecipazione i tragici eventi bellici, alla presenza degli ambasciatori di Germania e Nuova Zelanda. “Poi più nulla”, sottolinea amaramente. Da qui l’invito, rivolto agli amministratori locali, a “riflettere su queste omissioni della memoria, invece di coltivare e diffondere modaiole bagatelle da cancel culture”.

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