Costantini definisce questa “una pagina nerissima per Pescara” e punta il dito contro Masci e la sua amministrazione, “tradita la fiducia dei cittadini nell’istituzione comunale”
PESCARA – «Altro che ricorso al Consiglio di Stato: Masci dovrebbe solo vergognarsi e dimettersi». Queste le parole di Carlo Costantini, consigliere comunale dell’opposizione ed ex candidato sindaco in corsa alle elezioni comunale di Pescara dell’8 e 9 giugno 2024. Per Costantini, non solo la decisione del tribunale amministrativo sarebbe stata “estremamente generosa” verso l’amministrazione, ma avrebbe anche fatto emergere «un quadro drammatico di irregolarità».
Costantini ha puntato il dito contro il caos nei verbali, le schede scomparse, e i presunti comportamenti anomali registrati in fase di scrutinio e trasmissione dei plichi. «Su 170 sezioni – ha dichiarato – in 156 non è stata verbalizzata la consegna delle schede. 75.000 schede sono state distribuite senza alcuna traccia scritta. Alcuni presidenti hanno chiesto schede in più al Comune, che le ha mandate. Alla fine, ne sono sparite oltre 300. In qualsiasi altra regione del Sud una sola scheda ballerina è un indizio di frode, qui ne mancano 730». Il rischio, ha detto, è che si sia compromessa la libertà e la genuinità del voto.
Parole pesanti anche sulla gestione comunale del ricorso al Tar: «Il Comune si è costituito in giudizio con avvocati esterni, spendendo decine di migliaia di euro pubblici, pur avendo uno dei migliori uffici legali interni della Regione. Se Masci vuole fare appello al Consiglio di Stato, lo faccia pure, ma lo paghi di tasca sua. Se userà di nuovo soldi pubblici, io andrò alla Corte dei Conti».
Costantini ha poi ricordato come in altri comuni del Nord Italia i sindaci non si costituiscano nei ricorsi elettorali «perché il Comune è neutrale rispetto a chi vince». Invece a Pescara, accusa l’ex candidato sindaco, si sarebbe spesa una “quantità di denaro incredibile” per difendere una posizione “indifendibile”.
Nella sua lunga dichiarazione, Costantini ha ringraziato i cittadini e gli avvocati che hanno presentato il ricorso, definendoli «la parte sana della città». Ha parlato di “pagina nerissima” per Pescara, di «una classe dirigente che ha utilizzato il momento elettorale per condizionare e violentare il diritto sacrosanto dei pescaresi a scegliersi i propri rappresentanti». E ha concluso con una riflessione: «Siamo davanti a una montagna di irregolarità, non a semplici errori formali. È stata tradita la fiducia dei cittadini nell’istituzione comunale, non certo la loro volontà elettorale».
Costantini si dice pronto ad affrontare un eventuale nuovo voto, ma ribadisce che l’attuale amministrazione non avrebbe alcuna legittimità politica né morale: «Pescara è sempre vissuta in equilibrio tra Sud e Nord. Ora deve decidere da che parte vuole stare. Io spero che torni a essere un esempio di legalità».
Insieme a lui questa mattina davanti al Comune di Pescara anche i consiglieri centrosinistra, il consigliere regionale Antonio Blasioli, le ricorrenti Rita Antonietta Troiani e Giorgia Di Federico con i legali che hanno curato il ricorso Luca Presutti e Marco Pellegrini.