Rinvenute dieci tombe databili tra l’850 e il 750 a.C. in località Casoli: un ritrovamento unico per l’Abruzzo protostorico, emerso grazie alla sorveglianza archeologica
ATRI – Un ritrovamento di straordinaria importanza storica è emerso ad Atri, durante i lavori per il metanodotto Cellino Attanasio – Pineto: una necropoli risalente alla prima età del ferro. La scoperta è avvenuta in località Casoli, contrada Casabianca, nel corso delle attività di sorveglianza archeologica svolte da ArcheoLab. Gli scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province dell’Aquila e Teramo hanno già portato alla luce dieci tombe ad inumazione, databili tra l’850 e il 750 a.C.
Alcune presentano ancora tracce dei tumuli di copertura realizzati con ciottoli fluviali, con circonferenze comprese tra i 7 e i 15 metri: un’usanza funeraria tipica dell’Abruzzo protostorico, finora mai documentata in quest’area. Le sepolture appartengono sia ad adulti che a bambini molto piccoli, un dato che testimonia come tutti i membri della comunità venissero riconosciuti e celebrati con lo stesso rito.
“Ogni tomba, ogni oggetto rinvenuto è una traccia silenziosa di vite vissute, che oggi possiamo restituire alla storia collettiva grazie al lavoro congiunto tra istituzioni, archeologi e imprese”, ha dichiarato la soprintendente Cristina Collettini, che ha voluto ringraziare anche il sindaco di Atri per aver mantenuto il riserbo sulla notizia, a tutela dei reperti e per proteggerli da rischi naturali e antropici.