Fontamara torna in scena ad Aielli: il TSA porta sul palco il capolavoro di Silone

11 Agosto 2025
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Il TSA porta in scena ad Aielli Fontamara di Ignazio Silone

Martedì 12 agosto, nel suggestivo scenario di Borgo Universo, il Teatro Stabile d’Abruzzo porta sul palco Fontamara, adattamento teatrale del celebre romanzo di Ignazio Silone. La drammaturgia è firmata da Francesco Niccolini, con la regia di Antonio Silvagni e le musiche originali del M° Giuseppe Morgante

AIELLI – Martedì 12 agosto, alle ore 21.00, Aielli ospita nel suo Borgo Universo la rappresentazione teatrale dell’opera più celebre di Ignazio Silone, in un adattamento firmato da Francesco Niccolini. A portare in scena le voci dei cafoni — come si definiscono gli attori del Teatro Lanciavicchio — saranno Angie Cabrera, Stefania Evandro, Alberto Santucci, Rita Scognamiglio e Giacomo Vallozza, sotto la regia di Antonio Silvagni e con le musiche originali del M° Giuseppe Morgante.

Prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con il Lanciavicchio, il Premio Silone e il Comune di Pescina, lo spettacolo si inserisce in un percorso di riscoperta e attualizzazione del pensiero siloniano, tra denuncia sociale e poesia civile.

«Torno a Fontamara — racconta Francesco Niccolini — 35 anni dopo il mio primo viaggio. Allora avevo 15 anni: la forza disperata dei tre testimoni protagonisti del capolavoro di Silone non mi ha mai abbandonato. Quello stile piano, colmo di dignità e al tempo stesso di umiliazione, l’ironia della scrittura e la ferocia dei potenti. I privilegi dei ricchi, la loro ingordigia, la presa in giro spietata di un mondo destinato al genocidio. Perché un genocidio è stato. Solo che allora non avevo gli strumenti per capirlo».

Niccolini rievoca anche il suo lavoro con Marco Paolini e Gabriele Vacis sul Racconto del Vajont, e la lettura dell’arringa dell’avvocato Sandro Canestrini, «un autentico pamphlet, che intitolò Vajont: genocidio di poveri». Da lì, il ritorno a Silone diventa un atto di testimonianza: «Penso che questo romanzo capolavoro sia un altro capitolo fondamentale per chi ha deciso di raccontare quel genocidio. Ora, insieme agli attori cafoni e ad Antonio Silvagni, provo a portare quelle voci e quei fantasmi sul palcoscenico».

Ingresso libero.

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