Sono tre le persone denunciate con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento: le indagini hanno condotto a una serie di inserzioni online in cui si offrivano prestazioni sessuali
COLONNELLA – Le fiamme gialle di Teramo hanno sequestrato un appartamento a Colonnella utilizzato come luogo di sfruttamento della prostituzione. L’operazione è frutto di una complessa indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, sotto la direzione della Procura della Repubblica. L’accusa è di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nei confronti di tre cittadini stranieri, due donne e un uomo: tutti sono stati denunciati.
Il sequestro preventivo dell’immobile è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Teramo, al termine di un lavoro investigativo che ha preso forma grazie a inserzioni online pubblicate per offrire prestazioni sessuali a pagamento, poi confermate da controlli sul territorio.
L’inchiesta ha preso il via da segnalazioni emerse durante le normali attività di monitoraggio economico, che hanno spinto i militari ad avviare appostamenti, pedinamenti e controlli con videocamere installate nei pressi dell’abitazione. Nell’appartamento vivevano diverse giovani donne, alcune senza permesso di soggiorno, altre con un semplice visto turistico, tutte costrette a permanere nello stesso luogo, giorno e notte, in condizioni igieniche giudicate precarie.
Gli accertamenti hanno fatto emergere un’organizzazione strutturata, che prevedeva la rotazione frequente delle ragazze, generalmente ogni dieci giorni, per garantire un’offerta costante di prestazioni. Gli inquirenti hanno ascoltato circa venti clienti dell’appartamento, il cui contributo ha aiutato a ricostruire nel dettaglio le dinamiche dell’attività.
Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati contanti, materiali utilizzati per le prestazioni e documenti extra-contabili, come agende e appunti, ora oggetto di approfondimenti per verificare eventuali profili di evasione fiscale.
Un ulteriore aspetto dell’indagine riguarda le schede telefoniche usate per promuovere i servizi: la Guardia di Finanza sta indagando su possibili irregolarità da parte di alcuni dealer autorizzati alla vendita delle SIM, accusati di errori o omissioni nell’inserimento dei dati anagrafici, che avrebbero complicato l’identificazione di soggetti coinvolti, soprattutto cittadini cinesi. Su questo fronte proseguono gli accertamenti da parte del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche.