Il Tribunale di Vasto ha assolto Antonio Caiazza, agente della Polizia Penitenziaria accusato di omicidio colposo per il suicidio in carcere dello psichiatra Sabatino Trotta. La vicenda risale al 2021, quando l’ex dirigente Asl si tolse la vita poche ore dopo l’arresto per un’inchiesta su una gara d’appalto da 11 milioni di euro
CHIETI – Si è conclusa con un’assoluzione piena la vicenda giudiziaria che vedeva imputato Antonio Caiazza, assistente capo coordinatore della Polizia Penitenziaria, per la morte in carcere del medico psichiatra Sabatino Trotta, avvenuta nel 2021. Il giudice monocratico del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, ha stabilito che “il fatto non sussiste”, mettendo così fine a un processo che ha toccato da vicino la delicata questione della prevenzione del suicidio in ambito detentivo.
Trotta, dirigente medico della Asl di Pescara, si suicidò nel carcere di Vasto il 7 aprile 2021, a poche ore dal suo arresto nell’ambito di un’indagine della Procura di Pescara. Al centro dell’inchiesta, una gara d’appalto da oltre 11 milioni di euro per la gestione di residenze psichiatriche extraospedaliere. La drammaticità della vicenda portò all’apertura di un procedimento penale contro il personale carcerario, con l’ipotesi che non fossero state adottate misure adeguate di sorveglianza.
Il pubblico ministero Vincenzo Grieco aveva chiesto l’assoluzione per Caiazza, rappresentato dagli avvocati Arnaldo Tascione e Marisa Berarducci. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro il 25 luglio. In precedenza, lo stesso esito era toccato alla direttrice del carcere, Giuseppina Ruggero, assolta nel gennaio 2024, sempre “perché il fatto non sussiste”. La Ruggero, scomparsa nei mesi successivi, aveva scelto il rito abbreviato.
Costituiti parte civile nel processo i familiari di Trotta: i genitori e il fratello, assistiti dall’avvocato Ernesto Torino Rodriguez, e la moglie, rappresentata dall’avvocato Daniele Bartolomucci.