Università d’Annunzio, studenti di Psicologia in protesta a Chieti

16 Dicembre 2025
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Aule fatiscenti, segreteria in tilt e futuro a rischio: 3.200 universitari chiedono servizi dignitosi all’Ateneo

CHIETI – Aule senza finestre né banchi, prese elettriche assenti, segreteria didattica paralizzata e una facoltà ospitata in un edificio destinato all’abbattimento: è il quadro che ha spinto questa mattina circa 3.200 studenti di Psicologia dell’Università “Gabriele d’Annunzio” a scendere in piazza davanti al rettorato di Chieti.

Una protesta compatta, che unisce iscritti alla triennale e alla magistrale, contro quella che definiscono una “situazione ormai insostenibile”, fatta di disservizi strutturali e organizzativi che mettono a rischio esami, lauree e percorsi di tesi.


Al centro delle contestazioni c’è innanzitutto la carenza di personale tecnico-amministrativo dedicato a Psicologia: un solo addetto, denunciano gli studenti, dovrebbe gestire da solo le pratiche di 3.200 iscritti, con il risultato di ritardi e blocchi a catena. Gli esami di profitto che sarebbero dovuti essere pubblici già dalla fine di ottobre non sono ancora tutti on line, al 10 novembre i piani di studio risultavano ancora non compilabili e le sessioni di laurea di dicembre hanno rischiato concretamente di saltare. Anche in questi giorni, spiegano i rappresentanti, alcuni esami parziali previsti in settimana non compaiono sul portale e gli studenti non riescono nemmeno a prenotarsi.


La questione non è solo burocratica ma anche logistica e di sicurezza. Le attività didattiche – lezioni, laboratori, tirocini pratico-valutativi delle magistrali – continuano a essere calendarizzate nell’ex Rettorato, un edificio dichiarato non conforme alle normative antisismiche e destinato alla demolizione in estate. Qui l’accesso è già limitato al 50% della capienza e le condizioni delle aule vengono definite “indegne”: niente finestre, niente banchi per prendere appunti, nessuna presa per collegare i computer durante le lezioni. A ciò si aggiunge l’incertezza sul futuro: “Nessuno ci ha spiegato – lamentano gli studenti – quali spazi verranno assegnati dopo l’abbattimento dell’edificio, che oggi ospita anche la maggior parte degli uffici dei nostri professori”.


Il malcontento riguarda da vicino anche la didattica della magistrale in Psicologia Clinica. Molti studenti segnalano di non riuscire a trovare relatori disponibili per l’avvio delle tesi: i docenti contattati avrebbero già raggiunto il numero massimo di laureandi seguibili. Un imbuto che rischia di rallentare ulteriormente il percorso accademico, aggiungendo pressioni e incertezze in una fase cruciale del cammino universitario. “Il nostro corso di studi – rimarcano i ragazzi – lavora su temi come benessere psicologico, gestione dello stress, cura delle persone. È paradossale che la nostra università alimenti un clima di ansia e frustrazione”.


La rappresentanza studentesca ricorda di aver chiesto un incontro urgente al rettore, Liborio Stuppia, che li ha ricevuti il 28 novembre fornendo rassicurazioni sulle soluzioni in arrivo. A distanza di settimane, però, gli studenti sostengono che nulla sia cambiato sul piano concreto. Da qui la decisione di tornare in piazza e di mantenere alta l’attenzione sull’emergenza.

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