Cerimonia di intitolazione alla presenza del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, che ha richiamato il valore educativo e rieducativo della struttura: “Consapevoli del problema degli organici, ma da qui si può solo ricostruire”
L’AQUILA – Da oggi l’Istituto penale per i minorenni dell’Aquila porta il nome di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. L’intitolazione, avvenuta a due mesi dalla riapertura ufficiale della struttura, si è svolta questa mattina alla presenza del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, che ha messo in risalto il profondo valore simbolico e umano dell’iniziativa.
“È un simbolo, ma anche un significato valoriale profondo – ha detto il sottosegretario – del senso del dovere, della possibile rinascita di chi si ritroverà qui come detenuto.”
Ostellari ha ricordato come il carcere minorile debba essere un luogo di rieducazione e riscatto: “Questo deve essere un luogo dove il dovere è essenziale – ha aggiunto – ma anche dove c’è la possibilità di ricostruire un futuro. Una funzione fondamentale ce l’ha tutta la comunità, nella fase di prevenzione: è prima che si deve lavorare ancora molto. Da qui si può solo ricostruire.”
All’iniziativa hanno partecipato anche il poeta e scrittore Davide Rondoni, presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di San Francesco, e Antonio Sangermano, capo del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia, che ha aperto il dibattito prima dello svelamento della targa.
Nel suo intervento, Ostellari ha invitato a riflettere sul ruolo educativo delle istituzioni e sulla necessità di un rinnovato impegno collettivo verso i giovani: “La società in cui viviamo è troppo concentrata sui diritti. Credo che sia importante invece ritornare ai concetti del dovere, dell’impegno, del sacrificio, della necessità di lavorare tutti insieme verso un futuro migliore. I giovani vanno accompagnati con un impegno maggiore e condiviso da parte di tutti, genitori compresi. Servono spazi di aggregazione autentica, che li allontanino dalla strada e dall’abuso dei social: il cellulare deve tornare a essere uno strumento, non un rifugio.”
Rispondendo poi alle domande dei cronisti sulle criticità segnalate dagli uffici giudiziari minorili e dall’Avvocatura distrettuale dell’Aquila, il sottosegretario ha ribadito l’impegno del Governo: “Certamente siamo consapevoli, ma lo siamo stati fin dall’inizio, da quando abbiamo cominciato quest’opera di ricostruzione dell’intero comparto detentivo, sia per adulti che per minori.”