Dopo sedici anni, riattivato l’Istituto penale per i minorenni in via Mezzanotte. Struttura rinnovata con 28 posti, sarà punto di riferimento per Abruzzo e Molise. Sottosegretario Ostellari: “Non solo detenzione, ma percorso di rieducazione”. Presidente Marsilio: “Risposta al sovraffollamento e al disagio giovanile”
L’AQUILA – Dopo sedici anni dalla chiusura seguita al sisma del 2009, l’Istituto penale per i minorenni dell’Aquila tornerà operativo. Ristrutturato e adeguato agli standard più avanzati, il presidio penitenziario diventa oggi un simbolo della strategia del Ministero della Giustizia: conciliare sicurezza e funzione rieducativa, rafforzando la presenza dello Stato sul territorio e promuovendo una giustizia minorile che non sia solo detentiva, ma orientata al recupero.
Stamane, in occasione della cerimonia di inaugurazione dei locali rinnovati e riqualificati che ospiteranno l’Istituto, in via Giuseppe Mezzanotte, con una capienza di 28 posti per detenuti maschi, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha inviato un messaggio letto dal capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile, Antonio Sangermano.
Il Guardasigilli ha sottolineato come la riapertura della struttura si inserisca in una strategia nazionale più ampia, che punta a potenziare il sistema penitenziario minorile con nuove comunità socio-terapeutiche e istituti all’avanguardia, capaci di coniugare esigenze di sicurezza e percorsi di rieducazione.
“La riattivazione di questa struttura detentiva per soggetti minorenni e giovani adulti è stata fortemente voluta dal ministero, nel quadro di una più ampia programmazione che vedrà l’apertura di altri due istituti penali minori entro il mese di dicembre prossimo. L’apertura dei nuovi istituti penali per i minorenni – ha aggiunto – va vista nell’ambito di una strategia che prevede l’istituzione di nuove comunità socio-terapeutiche ad alta integrazione sanitaria per soggetti minorenni, priorità strategica per questo Ministero, necessità troppo a lungo inevasa nel passato. Il nuovo istituto penale minorile dell’Aquila è una struttura all’avanguardia, segna il raggiungimento di un importante obiettivo strategico, ovvero quello di conciliare il trattamento di sicurezza con il potenziamento del comparto comunitario”.
Presenti all’inaugurazione dei locali anche i sottosegretari alla Giustizia Andrea Ostellari e Andrea Delmastro Delle Vedove, la presidente del Tribunale per i minorenni dell’Aquila Cecilia Angrisano, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila David Mancini, il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, il senatore Guido Liris, il deputato Alberto Bagnai e l’assessore regionale Roberto Santangelo.
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove ha sottolineato il significato del ritorno di una struttura strategica sul territorio abruzzese:
“Oggi si archivia l’infausta e improvvida pagina che indusse il ministro Orlando a chiudere l’istituto penale minorile, deprivando il territorio di un presidio di sicurezza e i giovani di una esecuzione di pena vicina alla rete familiare. Un istituto che abbiamo riaperto rispettando due criteri che sono fondamentali e che devono correre insieme: la sicurezza, con la videosorveglianza e gli anti-scavalcamenti, e dall’altra parte l’aspetto trattamentale, che deve essere enfatizzato evidentemente negli istituti minorili. Lo Stato torna presente in tutte le sue articolazioni in Abruzzo, contro un passato sinistro dove lo Stato arretrava. Le città sono preoccupate sempre di più per la questione del disagio giovanile. Con il DL Caivano abbiamo immaginato che i giovani adulti che stanno all’interno degli istituti, quando si trasformano in capobranco minacciando i minorenni o turbando l’ordine pubblico e la sicurezza, possono essere trasferiti negli istituti penali per maggiorenni. Anche così si fa prevenzione, soprattutto nei confronti del detenuto più debole che molto spesso viene vessato dal cosiddetto giovane adulto”.
Ad aprire gli interventi istituzionali, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, che ha sottolineato il valore simbolico e funzionale della riapertura:
“Restituiamo una struttura che non è solo detentiva, ma anche una struttura di educazione, che consentirà, anche attraverso gli spazi che sono stati ricavati, di garantire quel percorso rieducativo che è essenziale. E vorremmo che questo istituto, inizieremo a tal proposito una procedura, sia intitolato alla figura di San Francesco d’Assisi”. Ostellari ha evidenziato anche le criticità ereditarie in materia edilizia: “La politica, e in particolare il nostro ministero, ha trovato nel suo insediamento un colabrodo in relazione all’edilizia anche degli istituti minorili e oggi su questo fronte diamo una risposta positiva e concreta. Purtroppo assistiamo a un aumento della capacità di delinquenza dei minori, anche molto violenta. La figura di San Francesco serve a ricordare che in questo istituto c’è sicuramente misericordia, ma soprattutto c’è rigore. Un luogo che può diventare simbolo anche di una rinascita, che parte dal minorile ma che poi, ovviamente, si deve estendere anche agli adulti, perché la difficoltà maggiore, come tutti sappiamo, la subiamo lì”.
A rimarcare il ruolo strategico della struttura è stato anche il procuratore del Tribunale per i minorenni, David Mancini:
“Ho parlato diverse volte sulla centralità di questo istituto che oggi torna finalmente funzionale. È un bellissimo risultato per tutto il territorio abruzzese e non solo, perché sarà un istituto penale che servirà il Paese. La condizione, ovviamente, è che sia anche ben funzionante. Un istituto penale per i minorenni – ha aggiunto – è utile e serve se il suo scopo non è quello di contenere e detenere, ma quello di rieducare. Per fare questo servono adeguate risorse e strumenti professionali al suo interno, ma per oggi possiamo dire che il risultato è davvero un momento di grande sinergia tra tutte le istituzioni”.
Sulla stessa linea anche la presidente del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, Cecilia Angrisano, che ha evidenziato il valore umano e sociale della riapertura:
“Il senso dell’importante riapertura, per noi, è dare la possibilità ai nostri ragazzi e ragazze abruzzesi di poter, laddove condannati o anche sottoposti a misura cautelare, il che è traumatico per un ragazzo, godere della vicinanza e degli effetti familiari, e di poter avviare un trattamento sul territorio dove poi, a fine pena, sono destinati a vivere e a tornare”.
Angrisano ha poi aggiunto:
“La nostra speranza è che in carcere non ne dobbiamo vedere sempre di più e che quelli che vi transitano possano uscire con un’esperienza di vita. Speriamo che i luoghi di detenzione dei ragazzi non siano luoghi di sofferenza, ma spazi in cui si coltivano speranza e possibilità di migliorare. È quindi la speranza di rieducare in un ambiente idoneo il significato di questa che in effetti è una riapertura”.
Riguardo alla destinazione originaria della struttura, ha ricordato:
“Dopo il terremoto del 2009 fu data una destinazione diversa a tutta l’area, che comprende più palazzine. All’epoca si ritenne una priorità quella dell’Università, grande traino per la città, essendo un momento di grande difficoltà per L’Aquila in generale”.
Infine, un appello a interrogarsi sulle responsabilità degli adulti rispetto alle crescenti forme di disagio giovanile:
“Non è una stagione felice. Però io dico sempre che bisogna interrogare il mondo degli adulti, perché – ha sottolineato la presidente del Tribunale per i minorenni – quando la modalità della devianza è così imponente, c’è qualcosa che non ha funzionato nei processi educativi. Siamo noi adulti a impostare il mondo in cui questi ragazzi vivono e agiscono. E forse abbiamo difficoltà a comprenderli e a comprendere anche il disagio, che è l’altra faccia della violenza”.
Sulla stessa linea l’intervento del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha evidenziato il valore della riapertura dell’Ipm dell’Aquila nel contesto del sistema penitenziario minorile e del tessuto sociale regionale:
“È questa la risposta migliore che si può dare al tema del sovraffollamento carcerario e del reinserimento sociale dei detenuti. I nostri ragazzi, dal 2009 fino a oggi, sono dovuti andare fuori regione a scontare la loro pena, con una conseguenza traumatica anche nel rapporto con le famiglie e con il territorio, e con evidenti ripercussioni sul percorso di recupero e di reinserimento sociale”.
il governatore ha ricordato anche il contributo dell’amministrazione regionale:
“Ci sarà ora la possibilità di scontare la pena sul territorio, le famiglie saranno più vicine e a questo si aggiunge il lavoro fatto come Regione Abruzzo: gli assessori Nicoletta Verì e Roberto Santangelo hanno costruito con l’amministrazione penitenziaria protocolli che prima non c’erano, per mettere in campo politiche sociali e sanitarie, di vicinanza e di collaborazione, che consentono un percorso più completo di reinserimento sociale e di recupero di questi giovanissimi detenuti”.