Ortona, ville al posto degli ulivi e ambientalisti in allarme, Di Nardo non ci sta: “Nessuna cementificazione”

31 Luglio 2025
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la spiaggia di ripari di giobbe tra le zone in cui h20 denuncia che è prevista cementificazione selvaggia

Ripari di Giobbe e Acquabella nel mirino di nuovi piani urbanistici. All’attacco il Forum H2O, ma l’amministrazione comunale respinge le accuse

ORTONA La Costa dei Trabocchi torna al centro del dibattito pubblico, e questa volta non per meriti turistici. Due nuovi piani particolareggiati, pubblicati in questi giorni sull’Albo Pretorio del Comune di Ortona, prevedono l’espansione urbanistica in due aree di pregio ambientale davanti alle riserve naturali dei Ripari di Giobbe e dell’Acquabella. Il progetto ha subito acceso la polemica: da un lato le associazioni ambientaliste, che parlano di una “doppia colata di cemento” come non se ne vedevano da anni, dall’altro l’Amministrazione comunale che respinge le accuse e rivendica la correttezza dell’iter.

A lanciare l’allarme è il Forum H2O, che denuncia una “pietra tombale per il paesaggio della Costa dei Trabocchi”, una delle zone più amate e promosse dell’Abruzzo. Le nuove costruzioni, spiegano gli ambientalisti, sostituiranno uliveti e aree verdi con decine di villette, strade e parcheggi, in un territorio già soggetto a fragilità idrogeologica e scarsità di servizi essenziali come fognature e depuratori.

“Il rischio è di trasformare tratti ancora intatti di macchia mediterranea e habitat costieri in quartieri residenziali — si legge nella nota del Forum — in un Comune, Ortona, che ha già consumato una percentuale di suolo doppia rispetto alla media nazionale. Se non si bloccheranno questi piani sciagurati, la Costa dei Trabocchi diventerà solo uno slogan vuoto stampato sul cemento”.

La replica non si è fatta attendere. Il sindaco Angelo Di Nardo, insediatosi lo scorso giugno, precisa che si tratta di piani previsti dal Piano Regolatore Generale approvato nel 2021 dalla precedente amministrazione Castiglione. “Non si tratta di nuove scelte urbanistiche — sottolinea — ma della prosecuzione di un iter quasi obbligato, poiché i proprietari delle aree interessate da anni pagano l’IMU come terreni edificabili e non agricoli. Rinunciare ai piani significherebbe esporre il Comune al rischio di risarcimenti”.

Il primo cittadino respinge con decisione l’accusa di “cementificazione selvaggia”: “L’indice edificatorio previsto è dello 0,1%, ovvero 100 metri quadri edificabili su 1000, con un’altezza massima di 7,5 metri. Parliamo di un’espansione urbana controllata, correlata alla crescita della popolazione, e subordinata alla sottoscrizione di convenzioni tra privati, amministrazione e imprese”.

Di Nardo evidenzia anche alcuni aspetti qualificanti del progetto, come la realizzazione di un circuito ciclabile che collegherebbe Ripari di Giobbe, Torre Mucchia e Punta Ferruccio, migliorando la mobilità sostenibile e la fruizione turistica dell’area. Inoltre, spiega, “la fascia territoriale a ridosso della riserva di San Donato è stata lasciata a verde pubblico, e i piani sono stati sottoposti a VAS e VINCA, senza rilievi su habitat o specie tutelate”.

Sul fronte ambientale però le preoccupazioni restano. Oltre all’impatto paesaggistico, il Forum H2O solleva interrogativi sulla sostenibilità infrastrutturale dell’operazione. “I depuratori non reggono nemmeno la popolazione attuale — denunciano — e le crisi idriche stagionali sono sempre più gravi. Aggiungervi nuove abitazioni senza investimenti sui servizi rischia di aggravare un equilibrio già compromesso”.

Il sindaco però rassicura anche su questo fronte: “È stato predisposto uno schema di convenzione che prevede la cessione del 30% delle aree per opere di urbanizzazione a beneficio dell’intera collettività, oltre a polizze fideiussorie che tutelano l’Ente in caso di fallimento delle imprese esecutrici”.

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