I sindacati Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil denunciano una disparità di trattamento alla LFoundry: per i lavoratori in somministrazione prevista la sospensione totale dal 2026, mentre per i dipendenti diretti resta il contratto di solidarietà al 30%. Annunciate iniziative di protesta
AVEZZANO – «Una grave discriminazione» ai danni dei lavoratori in somministrazione impiegati da oltre dieci anni nello stabilimento LFoundry. È la denuncia delle segreterie territoriali di Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil, che contestano il trattamento riservato ai lavoratori somministrati nell’ambito della gestione degli ammortizzatori sociali.
Secondo quanto riferito dalle organizzazioni sindacali, per la generalità dei dipendenti è stato previsto il ricorso al contratto di solidarietà, con una riduzione dell’orario di lavoro pari al 30%. Per i lavoratori in somministrazione, invece, sarebbe stata disposta una sospensione totale dell’attività «a partire dal 1 gennaio 2026», senza alcuna rotazione.
Una situazione che, spiegano i sindacati, emergerebbe dall’ultimo ordine di servizio trasmesso dall’azienda il 23 dicembre scorso. Per Nidil, Felsa e Uiltemp, la scelta violerebbe il principio di parità di trattamento sancito dal decreto legislativo 81/2015, che riconosce ai lavoratori in somministrazione, a parità di mansioni, condizioni economiche e normative non inferiori rispetto ai dipendenti diretti dell’azienda utilizzatrice.
«Siamo di fronte a un utilizzo distorto della somministrazione», sostengono i rappresentanti sindacali, che chiedono «l’immediato ripristino» di condizioni eque e l’estensione della stessa percentuale di riduzione dell’orario applicata ai dipendenti diretti anche ai lavoratori somministrati.
In assenza di risposte, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil annunciano l’avvio di iniziative sindacali e di protesta.