La Cpo ha investito sulla campagna di informazione: «Potenziarla ha aiutato le persone a segnalare»
TERAMO – Cinquanta nuove richieste di aiuto in un solo mese, contro le 80 registrate nei dieci mesi precedenti. È il dato che sintetizza meglio il 2025 della Commissione provinciale Pari Opportunità e del Centro antiviolenza “La Fenice”, emerso questa mattina nel corso della conferenza di bilancio.
Un risultato legato direttamente alla campagna di informazione e sensibilizzazione portata avanti a novembre sul territorio, in collaborazione con Commissioni comunali e Ordini professionali. «Numeri che dimostrano quanto l’informazione sia decisiva – ha spiegato l’avvocata del Centro Michela Manente – in alcuni casi l’intervento è partito persino dalla segnalazione di un cittadino».
Nel corso dell’anno il lavoro di rete ha consentito anche risultati concreti sul piano sociale: grazie a un canale diretto con il Centro per l’Impiego alcune donne vittime di violenza sono state ricollocate professionalmente; gli interventi nelle scuole hanno fatto emergere situazioni che coinvolgono minori ora seguiti dal Centro con il consenso delle famiglie; sono state affrontate anche nuove e complesse forme di violenza, come quelle agite da figli con gravi problemi di tossicodipendenza, individuando soluzioni protette in collaborazione con servizi sociali e Forze dell’Ordine.
A tracciare il quadro complessivo sono state la presidente della CPO Erika Angelini, le componenti Tania Bonnici Castelli e Angela De Sanctis, insieme alla legale del Centro. Lo sguardo è già rivolto al 2026. «Occuparsi di pari opportunità significa affrontare le emergenze sociali che cambiano – ha sottolineato Angelini – lavoreremo su mobbing e violenza nei luoghi di lavoro, disabilità, giustizia riparativa e sul rafforzamento delle competenze delle operatrici del Centro, in particolare sull’orientamento al lavoro».
A chiudere il bilancio, i finanziamenti regionali ottenuti dall’Ente: quasi 60 mila euro per il Centro antiviolenza “La Fenice” e 34.900 euro per “Casa Maia”, la casa di accoglienza per le vittime di violenza, a conferma di un’attività che continua a crescere in numeri e complessità.