Natale amaro per Papà Nathan: niente pranzo con i figli

24 Dicembre 2025
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Nathan e Catherine davanti alla loro abitazione nei boschi di Palmoli, da cui i tre figli sono stati allontanati per essere trasferiti in una struttura protetta dopo il provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila

La casa famiglia dice no alla richiesta dei legali. Potrà vederli nei consueti orari di visita

PALMOLI – Papà Nathan Trevallion non potrà trascorrere il pranzo di Natale con i suoi tre figli, ospiti in una casa famiglia a Vasto. La struttura ha respinto la richiesta avanzata dagli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, citando il regolamento interno che non prevede pasti condivisi con i genitori.

La responsabile del servizio minori ha motivato il diniego con il rischio di creare un precedente per altre famiglie, limitando così l’incontro a un orario ristretto dalle 10 alle 12.30.

Giuseppe Masciulli, sindaco di Palmoli, ha comunicato l’orario ridotto per la visita natalizia di Nathan, che da fine novembre risiede in una casa nel paese mentre i figli – gemelli di 6 anni e una bimba di 8 – sono in struttura protetta con la madre Catherine Birmingham, autorizzata a poche ore giornaliere.

Nathan appare “molto abbattuto e deluso” dopo il rifiuto del Tribunale dei minorenni sull’Aquila, che ha negato il ricongiungimento familiare.


Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, presieduto da Cecilia Angrisano, ha disposto un’indagine psico-diagnostica affidata alla psichiatra Simona Ceccoli, con 120 giorni per valutazioni su stili relazionali, competenze genitoriali e impatto psichico sulla responsabilità genitoriale. La perizia include anche un’analisi sullo sviluppo cognitivo e affettivo dei minori, oltre a profili personologici dei genitori per verificare recuperabilità delle capacità in tempi utili alla crescita dei bambini. I servizi sociali forniranno una relazione entro il 30 gennaio.

La decisione scatena polemiche: Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio, denuncia su X una “violenza di Stato senza senso e senza precedenti”, promettendo di non fermarsi finché i bimbi non torneranno con i genitori. Il caso della famiglia del bosco, vissuta isolata fino al 20 novembre, solleva dibattiti su tutela minorile e rigidità istituzionali.

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