L’Aquila Città della Cultura, Biondi: “Un’occasione di rilancio per tutto il cratere sismico”

10 Dicembre 2025
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In un’intervista esclusiva rilasciata a Lo Speciale, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi spiega perché la Capitale della Cultura rappresenti un’occasione di rilancio per l’intero cratere sismico, soffermandosi anche su manovra, autonomie e rapporti tra territori

L’AQUILA – L’Abruzzo e tutto il cratere sismico guardano alla sfida della Capitale della Cultura come a un progetto che deve produrre risultati concreti e duraturi per tutto il territorio. Un obiettivo che, nelle parole del sindaco Pierluigi Biondi, va oltre il valore simbolico del prestigioso riconoscimento: “I titoli passano, è quello che si lascia ai territori che è importante, ha dichiarato il primo cittadino in un’intervista esclusiva rilasciata al quotidiano Lo Speciale. “Credo che l’impegno costante dei sindaci e degli amministratori locali – ha aggiunto Biondi – da questo punto di vista, possa segnare anche il cambio di passo nelle città.”

Una visione che si inserisce nella collaborazione già avviata con Rieti e con altri territori del cratere sismico, che Biondi ritiene parte integrante del percorso culturale in vista del 2026. “Siamo in contatto col commissario Castelli – spiega il sindaco dell’Aquila – che si occupa del sisma del Centro Italia; dialoghiamo con Ascoli tra sindaci. Insomma, siamo disponibili a che questo titolo sia dell’Appennino centrale italiano, delle città medie, dei territori che hanno subito traumi significativi come quelli del sisma.”

Il tema culturale dell’Aquila città della cultura ha fatto da cornice al confronto che Biondi ha avuto ad Atreju con il presidente dell’ANCI e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nella giornata dedicata ai grandi temi delle autonomie locali. Il dialogo è stato definito serrato ma rispettoso: “Certamente non un duello – ha assicurato il primo cittadino -. Con Gaetano siamo amici da moltissimo tempo; fra l’altro lui è stato impegnato in prima persona all’Aquila all’indomani del terremoto, quindi c’è grande rispetto e anche grande stima”.

Pur partendo da sponde politiche diverse, Biondi ha evidenziato come la distanza non sia così netta quando si parla di amministrare territori. “Ci sono naturalmente posizioni diverse, però meno inconciliabili di quanto si pensi, perché i sindaci poi sono persone pratiche, concrete, che devono risolvere ogni giorno i problemi.”

Proprio questo approccio ha permesso ai due sindaci di trovare punti di incontro su sicurezza, stabilità istituzionale e manovra economica. “Ci siamo trovati sui temi della sicurezza, per esempio, che anche la sinistra improvvisamente ha scoperto; ci siamo trovati sul tema della stabilità dei governi, siano essi locali o nazionali; ci siamo trovati sul fatto che questa legge di bilancio per la prima volta non impone novità agli enti locali. Ma abbiamo detto anche che c’è ancora tanto da fare, perché le esigenze crescono, perché la popolazione diventa sempre più fragile e perché c’è necessità di politiche, soprattutto sui temi del welfare, molto puntuali.”

Biondi ha inoltre rivendicato l’importanza di recuperare toni istituzionali nel confronto politico, in un contesto nazionale sempre più polarizzato. “Come possiamo chiedere ai cittadini di rispettare la politica se poi la politica non si rispetta vicendevolmente? Credo che anche le nostre comunità debbano avere segnali e messaggi pacificatori, tranquillizzanti, di fiducia, di speranza. Senza banalizzare naturalmente, senza annullare le differenze, ma si può essere su posizioni distanti, più o meno distanti, e farlo con la sobrietà che dovrebbe contraddistinguere il ruolo di chi spesso è chiamato a indossare il tricolore. Il tricolore va rispettato.”

Quanto alla legge di bilancio in discussione, il sindaco ne riconosce i limiti ma anche gli aspetti positivi per gli enti locali. “Molto c’è dentro la legge di bilancio, non tutto naturalmente, ma le condizioni dei conti dello Stato non consentono eccessivi scostamenti. Non ci sono nuovi tagli, l’abbiamo detto. C’è l’incremento del fondo per i minori che vengono tolti ai Comuni e affidati a strutture a seguito delle decisioni dell’autorità giudiziaria; c’è il principio della perequazione verticale, quindi lo Stato che fa la sua parte nella solidarietà fra i Comuni con un fondo da 112 milioni; c’è la stabilizzazione del fondo per i centri estivi; c’è maggiore flessibilità sul Fondo crediti di dubbia esigibilità che, in prospettiva, potrebbe liberare risorse per gli enti locali di parte corrente fino anche a 6-700 milioni di euro. Insomma, è un passaggio importante.”

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