Perquisizioni dalle prime luci dell’alba in tutta la Marsica, nell’inchiesta su un presunto, articolato sistema di spaccio guidato da un uomo di etnia rom. Nel fascicolo anche donne delle famiglie Morelli e Spinelli e un medico marsicano, la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti
AVEZZANO – È scattata all’alba una vasta operazione dei carabinieri della compagnia di Avezzano, impegnati in decine di perquisizioni domiciliari in diversi comuni della Marsica. L’intervento, che ha visto un ampio dispiegamento di militari e mezzi, rientra nell’indagine che ha già portato all’iscrizione di 17 persone nel registro degli indagati, sospettate di gestire un traffico di droga radicato nel territorio marsicano.
Secondo quanto ricostruito finora dagli investigatori, al vertice del presunto gruppo criminale ci sarebbe un uomo di etnia rom, originario di Avezzano e già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali. Attorno a lui si sarebbe strutturata una rete in grado di gestire lo smistamento di cocaina in vari centri della Marsica, con forniture che, stando agli atti preliminari, supererebbero complessivamente il chilo di sostanza, alimentando un flusso costante di vendita al dettaglio.
Nel fascicolo compaiono anche donne legate alle famiglie Rom Morelli e Spinelli, circostanza che, nelle valutazioni investigative, delinea un quadro di ruoli più esteso e radicato rispetto alle prime ipotesi formulate nelle fasi iniziali dell’indagine. Le attività in corso mirano ora a raccogliere ulteriori elementi utili a definire responsabilità, collegamenti e movimentazioni di denaro.
Tra gli indagati figura anche un medico marsicano, fratello di un politico locale molto noto. La sua posizione è oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti, che stanno verificando eventuali ruoli o responsabilità nel presunto sistema di approvvigionamento e distribuzione. Secondo le prime valutazioni, il suo coinvolgimento sarebbe comunque marginale.
Le perquisizioni dei carabinieri hanno riguardato abitazioni, rimesse e luoghi di ritrovo riconducibili agli indagati. Al momento non vengono fornite indicazioni sugli eventuali sequestri effettuati, mentre il riserbo investigativo resta massimo. Per dimensioni e organizzazione, l’operazione è considerata una delle più rilevanti condotte negli ultimi anni nella Marsica.