Oltre 35mila visitatori e contratti già chiusi con buyer di Arabia Saudita, Australia, Polonia e Lituania: la IV Fiera internazionale del Tartufo d’Abruzzo segna un risultato storico e apre nuovi scenari per l’export delle eccellenze regionali
L’AQUILA – La quarta Fiera internazionale del Tartufo d’Abruzzo, ospitata in una Piazza Duomo gremita dal 28 al 30 novembre, ha chiuso con numeri record e risultati strategici per l’export delle eccellenze regionali. Oltre 35mila visitatori e buyer provenienti da dieci paesi hanno animato la manifestazione “Dal respiro alla terra”, trasformando L’Aquila in un hub internazionale del tartufo e dell’agrifood abruzzese.
Il primo bilancio è più che positivo: sono già stati avviati accordi commerciali con Arabia Saudita, Australia, Polonia e Lituania, mentre contatti promettenti sono stati stabiliti con Regno Unito e Corea del Sud. I buyer hanno mostrato interesse non solo per il tartufo bianco e nero, ma anche per zafferano, vini, birre artigianali, olio extravergine, formaggi, salumi, pasta, miele, legumi e persino prodotti cosmetici a base tartufo.
“Si stanno chiudendo contratti e molti altri seguiranno – ha affermato il vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente. – L’internazionalizzazione funziona solo se si lavora come filiera. Questa Fiera dimostra che il nostro agrifood ha potenzialità enormi e riconosciute ormai a livello globale.”
Soddisfazione anche tra i produttori presenti. “Un afflusso oltre le aspettative: il contatto diretto con i buyer esteri è fondamentale – ha spiegato Ivo Pignatelli di Sulmona.”
Per Nicola e Domenico Minchilli di San Salvo, “la Fiera cresce ogni anno: organizzazione perfetta e tantissimo interesse per i prodotti al tartufo”. Conferme positive anche da SZ Tartufi, Scuppoz, Birra Nabò, Fratelli Gargano e molte altre aziende.
La tre giorni ha offerto un ricco programma di masterclass con gli chef Davide Nanni e William Zonfa, degustazioni, incontri tecnici, presentazioni come quella della neonata DOCG Casauria e un convegno sul futuro del tartufo d’Abruzzo. In evidenza anche gli spazi dedicati ad Arta, scuole, Gal, alle Grotte di Stiffe e alla Via Verde dei Trabocchi.
“Stiamo competendo con realtà storiche come Alba e Acqualagna – ha concluso Imprudente. – La scommessa iniziata quattro anni fa oggi è una realtà internazionale: il tartufo d’Abruzzo è un brand che funziona e che continuerà a crescere.”