Palmoli, ricorso urgente contro l’allontanamento dei figli: i sei punti della difesa di Nathan e Catherine

1 Dicembre 2025
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Nathan e Catherine davanti alla loro abitazione nei boschi di Palmoli, da cui i tre figli sono stati allontanati per essere trasferiti in una struttura protetta dopo il provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila

Violazioni procedurali, idoneità della casa e istruzione parentale al centro del reclamo presentato dai legali Solinas e Femminella

PALMOLI – Gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas hanno depositato un ricorso urgente contro l’ordinanza del Tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento dei tre figli della famiglia nel bosco. Il ricorso, su cui la Corte d’appello dell’Aquila ha 60 giorni per pronunciarsi, si basa su sei punti fondamentali: violazione del diritto all’assistenza linguistica, idoneità della casa, questione degli esami medici, percorso di istruzione, socialità dei minori e loro esposizione mediatica.


Secondo la difesa, i genitori Nathan e Catherine, con una conoscenza limitata dell’italiano, non sono stati messi in condizione di comprendere appieno i termini tecnici dell’ordinanza. Inoltre, è contestata la necessità degli esami medici imposti, che i genitori ritengono invasivi, sottolineando che la famiglia ha proposto una polizza fideiussoria a tutela dei bambini.
Sulla questione abitativa, i genitori hanno già presentato documentazione per realizzare i servizi igienici mancanti e ampliare gli spazi, oltre a offrire la disponibilità a trasferirsi temporaneamente in un immobile messo a disposizione da un imprenditore, eliminando così le contestazioni sulla sicurezza della casa. L’accusa di abbandono scolastico viene respinta con certificazioni che attestano un percorso di istruzione parentale regolarmente riconosciuto.


Il ricorso inoltre contesta la grave accusa di isolamento sociale, evidenziando i contatti con coetanei e adulti e uno stile di vita alternativo agli standard urbani. Infine, i legali sottolineano che il rapporto con i media è stato un tentativo della famiglia di mostrare la propria quotidianità unita, piuttosto che un’esposizione eccessiva o negativa dei minori. La richiesta presentata è la sospensione immediata dell’efficacia dell’ordinanza per evitare ulteriori traumi a bambini e genitori.

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