La 36ª edizione dell’indagine del Sole 24 Ore incorona Trento, Bolzano e Udine ai primi posti, confermando la supremazia del Nord. Roma guadagna 13 posizioni e guida la rimonta delle grandi città metropolitane. In Abruzzo la migliore è Pescara, che si colloca al 40° posto grazie alla spinta culturale, mentre Chieti, Teramo e L’Aquila restano nella fascia medio-bassa della graduatoria
ROMA – Trento torna sul gradino più alto della Qualità della vita 2025 del Sole 24 Ore, confermandosi tra i territori più solidi e longevi d’Italia. Sul podio anche Bolzano e Udine, mentre la top 10 è dominata dal Nord, con Milano ottava e Bologna quarta. Roma guadagna 13 posizioni e si piazza 46ª, guidando la rimonta delle grandi città metropolitane.
Il quadro nazionale
La 36ª edizione dell’indagine fotografa un Paese ancora diviso: l’arco alpino e le province settentrionali primeggiano in quasi tutti gli indicatori, mentre il Mezzogiorno resta in coda, con Reggio Calabria ultima per il secondo anno consecutivo. La rilevazione si basa su 90 parametri statistici che misurano ricchezza, lavoro, ambiente, servizi, demografia, salute, giustizia e cultura.
Trento, già vincitrice di indici tematici come sportività ed ecosistema urbano, conferma la propria leadership con performance superiori alla media nazionale in oltre metà degli indicatori Istat. Bolzano si distingue per natalità e dinamismo economico, mentre Udine brilla per ambiente e servizi, in particolare per la diffusione del fotovoltaico.
Le grandi città in risalita
La classifica 2025 segna un miglioramento complessivo delle aree metropolitane. Roma avanza di 13 posizioni, Genova di 11, Milano e Bologna consolidano la loro presenza nella top 10. Torino sale al 57° posto, mentre Firenze e Messina restano stabili. Nel Mezzogiorno il primo territorio è quello di Cagliari, al 39° posto, seguito da Bari (67ª) e Napoli (104ª).
L’Abruzzo nella classifica 2025
Le quattro province abruzzesi si collocano nella fascia centrale della graduatoria, con risultati differenziati:
- Pescara (40ª): è la migliore della regione, grazie al primato nazionale nell’offerta culturale e a indicatori positivi su demografia e società.
- Chieti (62ª): mostra una tenuta discreta, con buoni risultati sul fronte della giustizia e sicurezza e margini di miglioramento in economia e lavoro.
- Teramo (68ª): si colloca poco sotto la media nazionale, penalizzata da indicatori legati ad affari e lavoro e ambiente e servizi.
- L’Aquila (69ª): chiude la graduatoria regionale, con performance molto deboli soprattutto sul fronte della giustizia e sicurezza.
Il posizionamento abruzzese evidenzia una regione in equilibrio tra potenzialità e criticità.
Un Paese diviso ma in movimento
L’indagine conferma la storica spaccatura tra Nord e Sud, ma segnala anche progressi: le retribuzioni medie crescono di 703 euro, cala il numero delle famiglie più povere (-7,5%) e aumenta l’impiego di energie rinnovabili (+1,8%). Restano però le grandi sfide: natalità in calo, invecchiamento della popolazione, rallentamento dell’export e immobilismo culturale.
La fotografia del 2025 restituisce dunque l’immagine di un’Italia che prova a migliorare, ma ancora segnata da disuguaglianze profonde. Per l’Abruzzo, la sfida sarà trasformare i segnali positivi – come la crescita di Pescara – in un volano per l’intero territorio regionale.