Sanità, il Pd attacca: “La giunta Marsilio chiede l’intercessione del governo per evitare il default, il re è nudo”

26 Novembre 2025
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Luciano D’Alfonso e Silvio Paolucci (Pd) attaccano la Giunta Marsilio sul disavanzo sanitario

Il Pd accusa la giunta Marsilio di voler ottenere dal governo una deroga all’accantonamento delle somme destinate a coprire il disavanzo sanitario da 126 milioni di euro attraverso un emendamento che rappresenta una “fotografia impietosa del fallimento della destra”

PESCARA – Il Partito democratico torna a lanciare strali contro la Giunta Marsilio in merito al disavanzo sanitario e, in particolare, sull’emendamento con cui la Regione sollecita al governo una deroga all’obbligo di accantonare, nel prossimo bilancio, l’intero disavanzo sanitario. Per Luciano D’Alfonso si tratta di una “intercessione di governo” volta a “ottenere una deroga all’accantonamento obbligatorio delle somme destinate a coprire il deficit sanitario”. 

Per il capogruppo dei dem in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, la richiesta – “non ancora approvato in parlamento” – certifica “il fallimento totale della destra nella gestione della sanità e dei conti pubblici”.

D’Alfonso sottolinea che una simile richiesta dovrebbe poggiare su prerequisiti chiari: “deve dare prova di tre qualità: capacità di programmazione nel tempo quale impegno al recupero di quel buco; parsimonia e oculatezza nella gestione delle spese collaterali; senso di responsabilità”. Requisiti che, secondo la sua valutazione, non sarebbero stati rispettati, da una Regione Abruzzo che definisce “delle mance festivaliane, della sanità allegra, degli ospedali lasciati aperti, ma senza medici e infermieri, dei serpenti notturni e dei voli dannunziani, degli annunci strutturali e delle opere incompiute”, arrivata al “redde rationem”.

Paolucci collega la situazione alle condizioni complessive del bilancio: “Oggi – sostiene – siamo arrivati al punto che la Regione Abruzzo non riesce neppure a presentare il bilancio senza chiedere a Roma un salvagente politico”, osserva, ricordando che nel 2026 “si parte già con 126 milioni da accantonare, un macigno che la destra ha creato e ora prova ad aggirare con manovre mai viste prima”.

Il deputato dem, invece, richiama i rilievi del Tavolo ministeriale per il monitoraggio dei conti sanitari: “L’Abruzzo è l’unica Regione in piano di rientro (sanitario) in cui si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio, con compromissione degli obiettivi del Piano di rientro”, afferma citando il verbale, aggiungendo che il disavanzo “nel 2024 si è chiuso a oltre 103 milioni di euro” e che “salirà a 126 milioni 800mila euro per il 2025, bloccando i conti di tutta la Regione, incapace di spendere un solo euro in più anche per comprare la carta per le fotocopie”.

Nel dettaglio, il parlamentare elenca i settori in cui la Regione sarebbe stata giudicata inadempiente: “Bocciata la politica sanitaria degli screening; bocciato il piano di rientro delle liste d’attesa; bocciata l’organizzazione della rete ospedaliera che ha generato inutili doppioni non solo fra nosocomi pubblici, ma anche tra i privati accreditati; bocciato il piano di sviluppo degli hospice-cure palliative e, di conseguenza, l’Adi. Bocciata la gestione dell’emergenza-urgenza: la Regione Abruzzo non riesce a rispettare i tempi massimi per nessuno dei codici di maggiore gravità, mettendo a rischio la vita dei pazienti. Interrogata la funzionalità di alcuni punti nascita, dove scendono i parti, così come dei reparti di emodinamica”.

Paolucci si sofferma poi sul nodo centrale dell’emendamento: “Che cosa vuole fare Marsilio? Vuole togliere per legge il vincolo di accantonamento del peggior risultato del triennio, cioè i 103 milioni, per cercare di far quadrare i conti. Ma il re è nudo: nessuna finzione normativa può cambiare i numeri. E infatti lo stesso Tavolo di monitoraggio ministeriale certifica già che il deficit sanitario 2025 oscilla fra 99 e 126 milioni di euro. Neppure l’approvazione dell’emendamento porta salvezza. Si tornerà esattamente al punto di partenza: l’Abruzzo è in deficit e non ci sono coperture per colmarlo. Siamo oltre l’improvvisazione, siamo alla resa”.

Secondo D’Alfonso, la linea adottata dal presidente Marsilio punterebbe a “mescolare le carte e confondere le acque” facendo leva su quella che definisce una “spiccata romanità del ‘volemose bene’”. L’eventuale deroga, aggiunge, equivarrebbe a un “biglietto d’ingresso per un commissario straordinario”.

Paolucci chiude il suo intervento con un giudizio complessivo: “La verità è che non sanno che pesci prendere e al posto di invocare l’aiuto del governo amico per dare opere, prestazioni, servizi, una sanità davvero efficiente alla comunità, lo implorano di salvarli politicamente, pur sapendo di non poter evitare l’abisso contabile provocato, il più grave dissesto sanitario e finanziario degli ultimi quindici anni. Un disastro che non potrà essere nascosto né con deroghe, né con propaganda, perché i conti, alla fine, parlano sempre più forte delle parole”.

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