Banda di ladri arrestata a Pordenone: uno dei quattro ricercato anche nel Teramano

26 Novembre 2025
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Recuperati gioielli e contanti per 200mila euro. Il 34enne era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare per furti in abitazione

PORDENONE – Erano appena tornati nell’appartamento che utilizzavano come base logistica nel pordenonese quando la squadra Mobile di Padova, insieme ai colleghi della questura di Pordenone, ha deciso di entrare in azione. I quattro ladri – tutti cittadini albanesi, due dei quali latitanti – avevano appena messo a segno tre furti e tentato altri due colpi nella stessa zona.

L’operazione è scattata dopo che gli investigatori patavini, analizzando i furti registrati nelle ultime settimane in Veneto, in particolare nella provincia euganea, erano riusciti a risalire a un’auto di grossa cilindrata intestata a un prestanome. Tracciando i percorsi secondari compiuti dalla vettura, la Mobile è arrivata a individuare l’appartamento affittato da appena due giorni dai malviventi. Da lì, la decisione di organizzare rapidamente il blitz, autorizzato dalla Procura di Padova per evitare una fuga imminente.

Una quindicina di agenti hanno circondato lo stabile e fatto irruzione cogliendo i quattro uomini al rientro dai colpi. All’interno, un vero e proprio tesoro: gioielli, orologi, monili in oro e contanti per circa 200 mila euro, frutto delle numerose razzie compiute negli ultimi tempi tra Veneto e Triveneto.

Uno dei ladri, un 25enne in Italia dal 2018 senza precedenti, aveva persino spostato il letto sotto la finestra per tentare una fuga rapida, poi fallita. Con lui sono stati arrestati un 35enne con vari arresti alle spalle (2012 e 2023), un 36enne già condannato per una quarantina di furti commessi nel Triveneto nel 2021 e ricercato per un mandato di cattura, e un 34enne già arrestato più volte per furti in abitazione e destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare della Procura di Teramo relativa a un procedimento per furti nel territorio abruzzese. I quattro sono stati trasferiti nel carcere di Pordenone.

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