L’avvocato Angelucci lascia la “famiglia del bosco”: «Impossibile difenderli, rifiutate tutte le soluzioni»

26 Novembre 2025
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L'avvocato della famiglia, Giovanni Angelucci

La mamma scappò un anno fa a Bologna con i figli per sfuggire all’intervento dei servizi sociali; ora il legale rinuncia dopo i continui no della coppia a proposte abitative e supporti

PALMOLI – Rottura clamorosa nel caso della “famiglia del bosco” di Palmoli: l’avvocato Giovanni Angelucci ha rimesso il mandato difensivo, rinunciando a rappresentare Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, i genitori dei tre bambini allontanati dal casolare tra i boschi. La decisione arriva al termine di giorni di tensione e di continui no opposti dalla coppia a ogni proposta abitativa, tecnica e di supporto psicologico avanzata dal legale, considerata dallo stesso “indispensabile” per predisporre un ricorso efficace nei termini previsti.


La vicenda affonda le radici almeno a un anno fa, quando Catherine lasciò il casolare di Palmoli con i tre figli, facendo perdere le tracce a investigatori e servizi sociali che stavano tentando di intervenire sul nucleo familiare. La donna, temendo l’allontanamento dei bambini, si spostò nel Bolognese, comunicando via mail con carabinieri e forze dell’ordine senza mai rivelare l’esatta posizione fino al giorno di Natale, quando indicò un indirizzo a Valsamoggia. Dopo quella parentesi, la famiglia è rientrata in Abruzzo nel casolare nel bosco, nella speranza che il procedimento dei servizi sociali venisse meno, cosa che non è avvenuta.


Nella sua nota, Angelucci ricostruisce l’ultima fase del rapporto con i coniugi Birmingham-Trevallion, spiegando che erano stati programmati un sopralluogo in una nuova abitazione, messa a disposizione gratuitamente da un imprenditore della ristorazione originario di Palmoli, e una seconda possibile sistemazione proposta dal sindaco del paese. Nessuna delle due soluzioni è stata accettata dalla coppia, che ha disertato l’incontro e respinto ogni ipotesi di trasferimento in una casa alternativa, pur mantenendo la volontà di riavere con sé i figli.


Il legale riferisce anche del rifiuto opposto da Nathan alla firma necessaria per il deposito al Genio civile del progetto di ristrutturazione straordinaria del casolare nel bosco, predisposto da un tecnico di fiducia. I lavori, che una ditta di San Salvo si era detta disponibile a eseguire a proprie spese, sono stati giudicati “troppo invasivi e impattanti” dai coniugi, che non hanno dato il consenso. Anche questo tentativo di mettere in sicurezza e adeguare l’immobile alle richieste delle istituzioni è così naufragato.


Parallelamente, l’avvocato aveva fissato un appuntamento con una psicologa psicoterapeuta infantile specializzata in terapia cognitivo-comportamentale, per affiancare la famiglia con un supporto tecnico-scientifico nell’eventuale giudizio di reclamo contro i provvedimenti del tribunale minorile. L’assenza di adesione concreta a questi passaggi logistici, tecnici e di supporto ha spinto Angelucci a ritenere “in coscienza” impossibile proseguire con una difesa coerente con la strategia impostata: da qui la rinuncia al mandato, motivata anche con il richiamo al dovere deontologico di non portare avanti una difesa “monca” e non aderente alla linea concordata.

Nello stesso comunicato, il legale non risparmia però parole di stima umana per i suoi ex assistiti, definendo Catherine, Nathan e i loro bambini una “splendida famiglia” e augurando loro di trovare “pace e serenità”, invitandoli a “smussare gli angoli” e ad aprirsi al dialogo con le istituzioni.

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