Domani la Quinta Commissione esaminerà la risoluzione di Fratelli d’Italia per vietare la vendita di alimenti e bevande “ultra-formulati” nelle scuole e nelle strutture sanitarie abruzzesi. Nel testo previste anche campagne di sensibilizzazione e incentivi per l’utilizzo di prodotti freschi e locali
L’AQUILA – Una stretta senza precedenti sul cibo ultra-processato, come snack confezionati e bibite zuccherate, potrebbe arrivare presto in molti luoghi pubblici dell’Abruzzo. Domani la Quinta Commissione “Salute, sicurezza sociale, cultura, formazione e lavoro” del Consiglio regionale esaminerà la risoluzione presentata dai consiglieri di Fratelli d’Italia Leonardo D’Addazio, Marilena Rossi e dal capogruppo Massimo Verrecchia. Il testo chiede di vietare la vendita e la distribuzione, anche tramite distributori automatici, degli alimenti e delle bevande classificati come “cibi ultra-formulati” nelle strutture del sistema sanitario e scolastico regionale e in tutti gli altri luoghi pubblici indicati nel provvedimento.
L’iniziativa approda in Commissione in un momento in cui il tema dei consumi alimentari e del ricorso ai prodotti industriali ad alta trasformazione è sempre più al centro del dibattito pubblico. Per i proponenti si tratta di un intervento necessario per ridurre la diffusione di prodotti considerati poco salutari all’interno degli spazi istituzionali.
«Abbiamo depositato una risoluzione che impegna la Giunta regionale a vietare la vendita e distribuzione, anche tramite distributori automatici, di alimenti e bevande classificabili come “cibi ultra-formulati”, in tutti i luoghi pubblici e nelle strutture del sistema sanitario e scolastico regionale», spiegano D’Addazio, Rossi e Verrecchia in una nota congiunta. «Parliamo di prodotti industriali ad alta trasformazione, ricchi di additivi, zuccheri, grassi e sale, che generano dipendenza e sono associati a gravi patologie come obesità, diabete, ipertensione e disturbi cardiovascolari. È scientificamente dimostrato che il consumo abituale di questi alimenti incide negativamente sulla salute fisica e mentale, con effetti paragonabili a quelli di sostanze stupefacenti. La Regione Abruzzo ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini, soprattutto di bambini e anziani, e di promuovere stili di vita sani. Per questo chiediamo che nelle scuole, negli ospedali, nelle ASL e negli uffici pubblici non siano più accessibili prodotti che contraddicono ogni principio di educazione alimentare».
La risoluzione prevede anche una serie di misure a sostegno come “campagne di sensibilizzazione, incentivi per l’approvvigionamento di alimenti freschi e locali, e l’introduzione di un’etichettatura specifica per i prodotti ultra-formulati”.
Per i consiglieri di FdI si tratta di una “battaglia di civiltà, che guarda al futuro e alla salute delle nuove generazioni. Non possiamo più permettere che il junk food sia la scelta più facile nei luoghi dove si dovrebbe educare, curare e proteggere. La salute pubblica – concludono – non si svende al distributore».