Porto di Pescara, Sospiri: “Nessun ritardo sul dragaggio. Protocollo virtuoso per il futuro”

12 Novembre 2025
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il presidente del consiglio regionale Lorenzo sospiri

La prima fase del dragaggio del porto di Pescara, pari a seimila metri cubi di sedimenti, sarà completata tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026

PESCARA – Si concluderà tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo la prima fase del dragaggio del porto di Pescara, relativa a sei mila metri cubi di sedimenti. A precisarlo è stato il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri, intervenuto sullo stato di avanzamento dei lavori per chiarire che l’intervento procede regolarmente.

«La prima fase della procedura di dragaggio del porto di Pescara per seimila metri cubi complessivi si concluderà entro fine 2025, al massimo entro la prima metà di gennaio, quando dovremo restituire al Provveditorato alle Opere pubbliche la banchina oggi temporaneamente utilizzata per il primo stoccaggio dei sedimenti oggetto di escavo – ha puntualizzato Sospiri –. Tradotto: non c’è alcuno slittamento, né ritardo, stiamo rispettando i tempi. E contemporaneamente stiamo lavorando per incrementare ulteriormente l’operazione nel più breve tempo possibile, nell’interesse della marineria e della città».

Il presidente ha ricordato che la tabella di marcia stabilita è rigorosa. A partire dallo scorso 4 settembre, quando è terminato l’allestimento della vasca temporanea e impermeabilizzata, dove stoccare i primi 5-6mila metri cubi di fanghi del dragaggio. «La vasca occupa l’area compresa tra il ciglio di banchina e il muro del porto turistico, lasciando un passaggio di sei metri per consentire il transito di uno spurgo che andrà a rimuovere l’eluato dei fanghi, ossia il percolato dei sedimenti escavati», ha sottolineato Sospiri.

Il 10 settembre, invece, è iniziato il dragaggio vero e proprio, quando sono stati rimossi tremila metri cubi di sedimenti, e l’Arpa ha condotto la procedura per la caratterizzazione della qualità dei fanghi, che non sono risultati nocivi ma comunque non è possibile restituirli al mare. Potrebbero invece essere riconvertiti e utilizzati nel campo dell’ingegneria edile, ha aggiunto Sospiri, per cui si attendono i risultati di analisi geotecniche di tipo prestazionale, affidate a un laboratorio privato certificato.

Il presidente ha sottolineato che questo processo «sta permettendo di confezionare un protocollo virtuoso e pionieristico che farà storia e potrà essere seguito anche in tutte le future attività di dragaggio. Sapevamo che la prima fase, con i primi tremila metri cubi, avrebbe richiesto più tempo per tracciare la strada e costruire un protocollo rodato».

Guardando avanti, Sospiri ha assicurato che «tutta la procedura del secondo lotto camminerà in maniera più spedita», poiché non ci sarà bisogno di eseguire le stesse analisi anche sui successivi sedimemti rimossi. «Consideriamo – ha proseguito – che non ci sono deroghe. Ottenute le analisi, procederemo con la rimozione dei primi tremila metri cubi di materiale dragato per lasciare spazio alla nuova operazione di escavo, che dovrà terminare entro fine anno, al massimo entro la prima metà di gennaio, per poi procedere allo smantellamento della vasca di stoccaggio temporanea».

Il presidente ha ricordato che questa è la prima volta in tredici anni che si sta realmente rimuovendo materiale dai fondali, che in passato veniva semplicemente spostato da un lato all’altro per consentire il transito dei pescherecci, provocando l’intasamento del porto. E ha aggiunto: «Oggi lo stiamo facendo con un’ulteriore difficoltà, ossia in assenza di una vasca di colmata disponibile all’utilizzo».

Infine, Sospiri ha confermato l’impegno dell’istituzione regionale: «Ripristinate le condizioni minime di sicurezza, il nostro obiettivo nei prossimi mesi resta quello di riuscire a dragare il porto fino a 23mila metri cubi, cioè altre 12mila tonnellate, per un’operazione dal valore complessivo di due milioni di euro».

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