Inquilini spiati all’Aquila, spunta nuova denuncia: “Filmata nostra figlia minorenne”

11 Novembre 2025
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Una webcam installata in uno degli appartamenti a L'Aquila

Davanti al gip il 56enne respinge l’ipotesi di circolazione dei filmati ma conferma l’utilizzo delle microcamere per spiare gli inquilini. Indagini in corso anche per verificare eventuali riprese di una minorenne

L’AQUILA – Sulla vendita o diffusione di foto e filmati avrebbe negato ogni addebito, pur ammettendo di aver utilizzato le microcamere per spiare gli inquilini degli appartamenti affittati. E spunta una nuova denuncia su possibili riprese a una minorenne. È quanto è emerso nel giorno dell’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila, Giulia Colangeli, del 56enne accusato di aver installato dispositivi di ripresa negli alloggi del condominio di via degli Acquaviva, alla periferia del capoluogo.

Gli appartamenti erano locati a studenti, studentesse, allievi della Scuola di ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza e professionisti. L’uomo, assistito dall’avvocato Roberto De Cesaris, ha chiesto di essere interrogato per evitare la misura dei domiciliari chiesta dalla Procura della Repubblica, che ritiene sussistente il pericolo di inquinamento delle prove. Il gip si è riservato di decidere nelle prossime ore.

Dall’esame dei dispositivi sequestrati si capirà se le dichiarazioni dell’indagato siano veritiere. Le indagini proseguono su due fronti: interferenza illecita nella vita privata, per l’installazione delle microcamere in ambienti privati, e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, ipotesi aggiunta in un secondo momento e legata alla possibile circolazione dei contenuti registrati.

Nelle ultime ore è emerso un ulteriore sviluppo: una coppia non aquilana che ha vissuto in quello stabile negli anni passati ha presentato una denuncia penale tramite l’avvocato Maria Leone. Si ipotizza che le telecamere possano aver ripreso anche la loro figlia minorenne. Si tratta di sospetti ancora da verificare e al vaglio della perizia.

Gli esiti delle analisi sui dispositivi, disposte dalla Procura rappresentata dal pm Andrea Papalia, sono attesi entro tre mesi.

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