Nepal, gli sherpa non si arrendono e continuano a cercare gli alpinisti dispersi

8 Novembre 2025
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marco di marcello alpinista disperso in nepal

In contatto con loro l’alpinista teramano Davide Peluzzi: “Scavano senza sosta, per loro Marco e Padam sono fratelli. Non si fermeranno finché non li troveranno”

TERAMO – “Non si fermeranno a scavare, conoscono quelle montagne come casa loro.” Con queste parole, l’alpinista teramano Davide Peluzzi, da anni impegnato in missioni nella Rolwaling Valley, racconta la determinazione degli sherpa che continuano senza sosta le ricerche dei tre dispersi sul Dolma Khang, in Nepal, tra cui c’è anche il teramano Marco Di Marcello.

“Parlo ogni giorno con Tenjing Phurba, il capo spedizione – spiega Peluzzi –. La comunità locale è sconvolta e considera quegli alpinisti come fratelli. Marco Di Marcello, Markus Kirchler e lo sherpa Padam Tamang non saranno dimenticati: per loro scavano giorno e notte, mossi da un legame umano profondo e da un senso di responsabilità che va oltre ogni fatica.”

Le operazioni sul Dolma Khang proseguono dunque grazie agli sherpa, dopo la sospensione ufficiale dei soccorsi italiani – guidati da Manuel Munari e Michele Cucchi – a causa delle difficili condizioni meteo e della pericolosità del ghiacciaio. La valanga, avvenuta domenica scorsa a oltre 5.400 metri durante una fase di acclimatamento, ha travolto la cordata internazionale lasciando poche speranze di sopravvivenza.

Nel teramano, la notizia della ripresa spontanea delle ricerche da parte degli alpinisti nepalesi ha ridato forza ai familiari di Marco Di Marcello, il biologo 37enne. Il fratello Gianni, che continua a seguire con apprensione l’evolversi della situazione, racconta: “Eravamo certi che Phurba non avrebbe mai abbandonato Marco. Lo conosciamo bene, è stato ospite a casa nostra e abbiamo visto l’affetto che li legava. Sapere che non hanno smesso di cercarlo ci dà un po’ di speranza. Il segnale del suo rilevatore satellitare è ancora attivo e vogliamo credere che sia un segno.”

Dalla valle himalayana, intanto, arrivano solo frammenti di notizie. Gli sherpa continuano a lavorare in condizioni estreme, tra gelo, nebbia e rischio di nuove slavine. In Abruzzo, la comunità alpinistica resta in silenziosa attesa, aggrappata alla speranza che quelle montagne, così amate e temute, possano restituire almeno una risposta.

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