L’Ospedale di Pescara ottiene un riconoscimento internazionale per la gestione del parto podalico naturale, raccontata dalla società scientifica statunitense Breech Without Borders
PESCARA – L’esperienza dell’Ospedale di Pescara nella gestione del parto podalico naturale conquista l’attenzione della comunità scientifica internazionale. A raccontarla è stata la società statunitense Breech Without Borders, organizzazione di riferimento nella ricerca e nella formazione clinica sulle nascite in posizione podalica, che ha pubblicato sul proprio sito un articolo dal titolo “Unmedicated breech birth in Italian hospital felt as at home” (“Parto podalico non medicalizzato in un ospedale italiano vissuto come a casa”).
La testimonianza descrive la storia di una donna di 30 anni, residente nelle Marche, che dopo aver cercato un ospedale disposto ad assisterla in un parto naturale podalico tra Bari e Padova, ha trovato accoglienza e competenza presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Pescara, guidato dal Dr. Claudio Celentano.
Il racconto, pubblicato integralmente su breechwithoutborders.org, evidenzia la qualità del percorso di nascita vissuto in Abruzzo: un parto fisiologico e rispettoso, condotto senza anestesia né manovre invasive, grazie a un’équipe ostetrico-ginecologica preparata e competente.
«Nel rispetto delle volontà della paziente – spiega il dottor Gian Nicola Cunese, responsabile della UOS Ostetricia – la sala parto dell’Ospedale di Pescara si adopera perché il momento del parto sia il più naturale possibile, anche in situazioni particolari come il podalico o il gemellare. L’esperienza clinica, unita a un costante aggiornamento professionale, ci consente di accompagnare la nascita con sicurezza e umanità».
Il riconoscimento internazionale rappresenta anche un tributo al lavoro di formazione e ricerca portato avanti dalla ASL di Pescara, che nel 2024 aveva già collaborato con Breech Without Borders per un corso di alta specializzazione organizzato presso il Centro EASC (Emergency And Safety Care). L’iniziativa aveva visto la partecipazione dell’ostetrica statunitense Kristine Lauria, formatrice di livello mondiale con lunga esperienza in Medici senza frontiere.
In Italia, sono soltanto tre i formatori accreditati da Breech Without Borders per questo tipo di didattica, tra cui proprio quello di Pescara. Si tratta di un riconoscimento di grande valore, perché la formazione con simulatori clinici permette agli operatori di esercitarsi su procedure complesse e situazioni di emergenza in totale sicurezza, migliorando la qualità dell’assistenza e riducendo i rischi per madre e neonato.
«Il risultato ottenuto a Pescara – afferma il Direttore Generale della ASL, Vero Michitelli – testimonia l’efficacia di un lavoro di squadra che coniuga competenze cliniche, ricerca e formazione. È grazie a questo approccio integrato che oggi possiamo offrire alle donne percorsi di nascita sempre più personalizzati, attenti alla persona e sicuri. Rivolgo i miei più sinceri complimenti al Dr. Celentano per la competenza e la sensibilità con cui ha saputo gestire un caso clinico complesso, unendo rigore professionale e profondo rispetto per la volontà della paziente. È un esempio concreto di quella medicina umana e competente che vogliamo continuare a promuovere nei nostri reparti».
Grazie a questo percorso, l’Ospedale di Pescara può oggi contare su una casistica crescente di parti gemellari e podalici vaginali, gestiti in piena sicurezza e nel rispetto della fisiologia del parto. Un risultato che conferma il ruolo dell’Azienda sanitaria e del Dipartimento Materno Infantile, diretto dal Prof. Maurizio Rosati, come punto di riferimento regionale per l’assistenza materno-infantile, e che proietta la sanità abruzzese in un contesto di eccellenza riconosciuto a livello internazionale.