Quel segnale Gps che fa alternare l’amarezza con l’euforia: “Il rilevatore ha trasmesso diverse posizioni durante tutta la notte”
TERAMO – “Siamo convinti che Marco sia vivo e che stia cercando con i mezzi a disposizione di farsi trovare. Siamo sicuri che lui è forte, ce la farà”. Non ci sono altre ipotesi per la famiglia di Marco Di Marcello, la guida abruzzese dispersa in Nepal nel tentativo di scalata al Dolma Khang. Sono ore di grande attesa nella frazione di Villa Zaccheo nel comune di Castellalto, si alternano momenti di euforia, legati all’arrivo degli aggiornamenti della posizione dal rilevatore che Marco indossa, e da altri di profonda amarezza, al pensiero che sia in condizioni climatiche estreme, forse ferito o allo stremo delle forze.
Una speranza aggrappata a quel gps che durante la notte ha mandato più volte la posizione. “Questa notte Marco ha fatto le bizze – dice il fratello Gianni, il minore dei tre figli di Franco, sostituto commissario si polizia in pensione, e di Antonietta -. Sono sicuro che abbia messo il rilevatore in richiesta di soccorso, perché ha trasmesso diverse posizioni e con un frequenza più breve di aggiornamenti. Vediamo che si sposta in continuazione, lo ha fatto in salita di quota e ad una distanza di 500 metri da dove era in precedenza: poi torna indietro e noi crediamo che abbia trovato un cunicolo, abbia scavato una specie di riparo, almeno questa è la nostra speranza, dove raccogliersi per affrontare temperature e notte”. “Ce la farà”, è quello che continua a ripetere la famiglia.